Una grammatica fatta non solo di
regole, ma di tante curiosità: i numeri di produzione del caffè
(dalla sola Etiopia provengono circa 384 mila tonnellate
l'anno), i locali storici sulle due sponde dell'oceano
Atlantico, ma anche nei cosiddetti vecchi mondi con tre capitali
indiscusse come Trieste, Venezia e Napoli. E, ancora, la
coltivazione, la sociologia della tazzina, l'uso nei piatti di
cucina e soprattutto in pasticceria, con il ricordo doveroso del
tiramisù. E molto altro.
Tutto è raccontato da Daria Illy, imprenditrice e figlia
d'arte (il padre è Riccardo Illy, l'omaggio in post-fazione alla
famiglia e in particolare al nonno Ernesto) nelle pagine
dell'ultima "grammatica" edita da Gribaudo (24 euro), quella del
caffè - nella stessa collana, altre recenti uscite sono state
quelle dei cocktail e della birra. Tanti cenni storici in
apertura del volume: dall'Etiopia, all'Arabia, fino all'arrivo
in Europa e, da qui, il balzo transoceanico nella New York dove
nacquero i coffe shop sul modello riveduto e corretto dei locali
europei.
Amplissima la sezione sui caffè storici; interessante il
cenno sulle bevande storiche, dal bicerin torinese alla
barbajada di Milano, all'Irish coffee irlandese, al "discorso a
parte" che meritano il caffè freddo e il caffè corretto, fino
alle nuove invenzioni del "marocchino" - dove al caffè è unito
in tazzina il cacao - e alle specialità che si vanno diffondendo
rispetto ai luoghi d'origine come il "leccese" (che dalla Puglia
ha esportato il suo abbinamento con ghiaccio e latte di
mandorle) o la variante al ginseng, che oggi ha sicuramente
spodestato la variante "d'orzo" ancora piuttosto richiesta al
bar nella seconda metà del secolo scorso.
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