(di Mauretta Capuano)
Raccontare la storia di persone "che
come unica patria hanno l'umanità". E' stata l'utopia che Mario
Desiati ha voluto mettere in scena in 'Spatriati' (Einaudi), il
romanzo con cui ha trionfato al Premio Strega 2022, vinto con
166 voti. Lo ha scritto partendo da una parola nuova, che usa
sfumature del suo dialetto, quello di Martina Franca per dar
voce a un mondo di persone irregolari, che non vogliono
definirsi come Francesco Veleno e Claudia Fanelli, i due ragazzi
pugliesi protagonisti della storia, che si conoscono al liceo a
Martina Franca e non finiscono mai di amarsi a modo loro, tra la
Puglia e Berlino.
"Alla fine Spatriati è un'elevazione al cubo della parola
Queer, cioè di persone che non si definiscono. Ho voluto usare
la parola Spatriati in questo romanzo perché volevo allargare il
concetto di non definizione della propria identità, non per
forza dal punto di vista sessuale ma anche geografico, politico,
religioso. Ci sono tante persone, tante, e io sono una di
queste, che non si vogliono definire precisamente" dice all'ANSA
Desiati, 45 anni di Martina Franca, il giorno dopo la vittoria
mentre è già in treno verso la prima tappa, a Lonato del Garda,
del nuovo tour da vincitore.
In Spatriati torna spesso la parola patria: "dietro a
questo libro c'è tutto il discorso delle frontiere che mi tocca
anche per ragioni personali".
La bottiglia del liquore Strega non la ha ancora stappata. "Lo
farò in Puglia. Credo che la letteratura pugliese, essendo di
frontiera, sia un po' obliqua. La Puglia ha una strana
conformazione, è un ponte tra Oriente e Occidente e questo
influisce. E' una Mitteleuropa del Mediterraneo. Vorrei
stapparla lì, è il posto giusto" racconta lo scrittore che
considera lo Strega un gioco e lo ha voluto giocare nel suo
stile. Anche nell'abbigliamento ha rappresentato Spatriati. "Ho
indossato cose diversissime tra loro. Un abito di Valentino che
aveva una fusciacca che richiamava qualcosa della prima parte
del libro. Il collarino fetish è un normalissimo indumento che
si usa nelle feste della seconda parte del romanzo. Le scarpe
arcobaleno richiamavano lo spirito Queer dei personaggi e poi
avevo la mascherina arcobaleno. Poi mi sono truccato" racconta.
E anche il temporale che si è scatenato prima e dopo la
diretta tv ha portato nella serata di premiazione l'incipit del
romanzo che dice: "quando un fronte d'aria fredda incontra a
terra una massa d'aria calda, quest'ultima si alza al cielo.
Nascono i temporali". "E' stata una serata fortunata" dice
Desiati che era già stato in cinquina allo Strega nel 2011 con
Ternitti. Presentato questa volta da Alessandro Piperno "che è
stato molto generoso" all'inizio era un po' spaventato: "sono
stato molto a rimuginare". Poi si è convinto a partecipare e ora
vedrà Spatriati diventare una miniserie tv e lavora a un nuovo
romanzo. "Il produttore Dude Originals sta sviluppando il
progetto. Il gruppo di lavoro è in fieri, io ne farò parte in
maniera esterna. Si saprà in autunno dove andrà in onda. Il
progetto della miniserie sarà presentato in estate" annuncia e
per i protagonisti si è immaginato personaggi molto particolari.
"Per esempio per Claudia avevo immaginato una Lisa Eckhart che è
una cabarettista, poetessa tedesca un po' androgina come lei.
Francesco Veleno c'è già stato al cinema tanti anni fa ne Il
Paese delle spose infelici interpretato Nicolas Orzella. Stimo
molto Isabella Ragonese e Michele Riondino. Però sarei scorretto
a dire nomi di attori di un progetto che ste nascendo" spiega.
Il nuovo libro sarà "un romanzo d'invenzione, ma ispirato a
fatti storici reali, ambientato ai tempi nostri, ma che fa dei
salti temporali importanti. Con una parte in Germania e una in
Italia. Vorrei fosse pronto per la fine del 2024, inizio 2025"
dice Desiati che non pensa ci siano "vincitori e vinti in
letteratura". E si augura che 'Spatriati' continui a essere un
libro frainteso. Ho percepito , anche se mi sono tagliato fuori
dai social, che è un libro che ha diviso".
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