Una direttrice italiana è tornata a
esibirsi al Cairo, alla guida dell'orchestra sinfonica della
capitale egiziana che quasi mai si affida a una bacchetta
femminile: protagonista dell'evento è stata ancora una volta
Isabella Ambrosini che con questo ritorno, dopo un primo
concerto tenuto quasi due anni fa, ha consolidato così
l'apertura fatta dall'istituzione musicale cairota.
L'esibizione, avvenuta sabato scorso alla Cairo Opera House,
ha proposto un programma tutto italiano, ad eccezione del doppio
concerto di Bach per due violini e orchestra che ha concluso la
prima parte del programma, connotato dal belcanto e
dall'interpretazione di uno dei maggiori soprano egiziani, Iman
Moustafa. Ha risaltato anche un foltissimo coro delle
proporzioni (50 elementi) richieste dall'Inno del sole dell'Iris
di Pietro Mascagni.
Ambrosini, che fra l'altro ebbe l'onore di dirigere più volte
alla presenza di papa Giovanni Paolo II e resta dal 2012 l'unica
donna ad aver diretto un'orchestra a Montecitorio, ha reso anche
un tributo indiretto al Cairo e ai 150 anni dell'inaugurazione
del Canale di Suez interpretando l'ouverture dell'Aida: l'opera
infatti è legata a Ismail Pascià, il Chedivé d'Egitto, che
voleva commissionare a Verdi un inno per celebrare l'apertura
del Canale di Suez avvenuta nel novembre del 1869; il
compositore di Roncole di Busseto rifiutò dicendo che non
scriveva musica d'occasione ma poi compose la partitura per
l'inaugurazione del nuovo teatro del Cairo aperto nel dicembre
1871.
Direttore artistico e musicale - oltre che fondatrice -
dell'Orchestra Roma Sinfonica e del Coro Roma Tre, Ambrosini ha
scelto un programma che ha incluso anche musiche di Puccini e
Respighi.
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