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Patroni Griffi, naturale e strafottente a 100 anni

Teatro

Patroni Griffi, naturale e strafottente a 100 anni

Nato il 27 febbraio 2021 ha segnato coi Giovani storia teatro

ROMA, 26 febbraio 2021, 15:27

di Paolo Petroni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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''A differenza degli altri scrittori italiani non scrivo di crisi coniugali ma della vita, anche nei suoi aspetti più scabrosi'', diceva Giuseppe Patroni Griffi, narratore ma soprattutto autore drammatico, regista, uomo di teatro nel quale ha lasciato un segno per il quale lo si ricorda il 27 febbraio, giusto a cento anni dalla sua nascita, avvenuta nel 1921 a Napoli, quella Napoli che lascia in lui e nella sua opera un segno profondo, esistenziale e culturale di qualità. Per la ricorrenza, sarà visibile on line, sul sito della Biblioteca Nazionale di Napoli (www.bnnonline.it), il suo archivio legato alla spettacolo, con molti materiali inediti, testi, copioni, sceneggiature, fotografie di scena. Di famiglia aristocratica, la sua formazione si deve, da una parte alla madre, grande appassionata di cinema e lettrice, dall'altra a quel gruppo di artisti e scrittori napoletani detti i ragazzi di Via Chiaja, amici sin da giovani e rimasi uniti per tutta la vita, di cui facevano parte Raffaele La Capria, Francesco Rosi, Francesco Compagna, Maurizio Barendson e, poco più giovane, Giorgio Napolitano, tra i quali nasce e cresce collettivamente la passione per la letteratura e il teatro, tanto che tra il liceo e poi il Guf universitario sono autori di drammi e li mettono in scena. Tra l'altro, scrive con Ghirelli 'La barriera', finalista a un concorso dei Littoriali dello spettacolo, e firma i bozzetti delle scene per una regia di Napolitano di un lavoro di Ugo Betti. Come scrittore nasce sulla rivista 'Sud' dove si occupa anche di spettacolo e comincia a vivere la propria natura omosessuale con discrezione ma senza ipocrisie, allo stesso modo in cui ne scriverà nei suoi libri e drammi: ''Qui, se tratti l'omosessualità come fatto comico, tutti lo accettano, se come qualcosa di realistico e naturale, della vita vera che ci accade sotto gli occhi, come faccio io, no''. Alla fine della guerra si è trasferito a Roma, collabora alla radio, vince un premio per un radiodramma, diventa nel 1950 vicedirettore del Secondo Programma Radio ed è in quegli anni che incontra Luchino Visconti e poi i ''ragazzi dell'Accademia'' come li chiama, da Romolo Valli a Rossella Falk e Giorgio De Lullo, che saranno i futuri fondatori della Compagnia dei Giovani con cui avrà dagli anni '60 una lunga collaborazione e grandi successi come autore, venendo da questi nominato nel 1978 direttore artistico del Piccolo Eliseo di Roma che aprì per 5 anni alla nuova drammaturgia internazionale. Dal 2002 fu anche direttore artistico dell'Eliseo, incarico tenuto sino alla sua morte, 15 dicembre 2005. Il suo primo grande successo fu 'D'amore si muore' nel 1958 con la regia di De Lullo; poi vennero 'Anima nera' nel 1960, bloccato dalla censura per oltraggio al pudore a causa di alcune battute e della Falck che appariva in scena a letto; 'In memoria di una signora amica' 1963; 'Metti, una sera a cena' 1967, ritratto della confusione sentimentale e sociale di una borghesia alla deriva e titolo diventato quasi un modo di dire anche grazie all'omonimo film di successo; 'Persone naturali e strafottenti' 1974, che suscitò scandalo e polemiche feroci pur essendo vietata ai minori per le sue vicende di personaggi sacrificati e esclusi, di amori omosessuali nella Napoli dei bassi, di un'umanità disperata tra vergogna e voglia di ribellione, filtrata da una vena di humor nero (per Visconti ''testo straziante, con momenti di alta poesia... due ore di grande benefico sgomento''); 'Prima del silenzio'1979, durante le cui repliche morì in un incidente d'auto l'amico e protagonista Romolo Valli per cui questo bilancio intellettuale e umano era stato scritto; e 'Gli amanti dei miei amanti sono miei amanti' 1982, vietata ai minori per l'ossessiva crudezza del linguaggio. ''Affrontare la verità, anche la sciatteria del linguaggio naturale dei miei personaggi, tentando di raggiungere uno stile'' è del resto l'impegno di Patroni Griffi sin dall'inizio, che, per La Capria, ha dato risultati di ''rara grazia e ironia, con una mimesi linguistica irresistibile che ha sue radici antiche quasi più che nella Napoli d'oggi''. E continua definendolo ''artista autonomo e libero nei comportamenti e nei pensieri, mai aggregato a scuole o correnti, spregiudicato e individualista'', così da rimanere spesso isolato, dimenticato. Insomma, figura singolare Giuseppe Patroni Griffi, che lascia romanzi forti e delicati assieme come 'Scende giù per Toledo', 'La morte della bellezza' o 'Allium', che ha scritto sceneggiature per il cinema come 'I magliari' di Rosi o 'La ragazza con la valigia' di Zurlini, e quando scopre la regia firma riscoperte quali 'Victor' di Vitrac e riletture negli anni '90 personali e moderne di Eduardo, da 'Napoli milionaria' a 'Sabato domenica e lunedì', poi allestimenti lirici divenuti film tv trasmessi in mondovisione: ''Tosca, nei luoghi e nelle ore di Tosca'' nel 1992 e ''La traviata a Paris'' nel 2000 Emmy Award e Prix Italia 2001.

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