"Le incognite sull'attuazione del
Piano sono molte, a partire da un quadro normativo ipertrofico
che fa da freno agli investimenti. Il rischio è che gli ingenti
flussi di risorse previsti dal Pnrr non riescano a tradursi
tempestivamente in opere pubbliche, quindi in investimenti e in
infrastrutture". E' l'allarme del presidente dell'Antitrust,
Roberto Rustichelli. "La corruzione, d'altra parte, continua ad
essere un fenomeno radicato che va combattuto con forza, in
quanto rischia di condizionare la nuova fase", ha aggiunto
spiegando che oggi il 74% dei procedimenti in materia di
corruzione riguarda il settore degli appalti pubblici, in
particolar modo le procedure di gara (82%), piuttosto che gli
affidamenti diretti (18%).
"Tutto questo - ha proseguito - dimostra che il Codice dei
contratti pubblici, che pure è stato modificato numerosissime
volte, non solo non è stato in grado di contribuire a ridurre
gli illeciti, ma rischia, altresì, con le sue farraginosità e
complicazioni, di ostacolare il conseguimento degli ambiziosi
obiettivi assegnati al nostro Paese. Per questo l'Autorità ha
richiamato con forza la necessità di semplificare la normativa
vigente in un settore che rappresenta l'11% del Pil nazionale".
Più in generale, l'Autorità ritiene che "un cambiamento
culturale sia necessario. Troppo spesso, in nome di una
malintesa cultura della legalità, ci si affida alla formulazione
di nuove regole come argine rispetto al rischio di comportamenti
illeciti. In realtà, l'elefantiasi normativa si traduce in una
moltiplicazione dei luoghi e delle occasioni di corruzione. Il
mercato necessita di poche regole, chiare e proporzionate", ha
concluso.
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