Nel terzo trimestre del 2021 il prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato del 2,6% rispetto al trimestre precedente e del 3,9% nei confronti del terzo trimestre del 2020. Lo rileva l'Istat confermando "una ripresa congiunturale sostenuta dell'economia italiana". Il dato conferma le stime preliminari del Pil rispetto al trimestre precedente mentre rivede al rialzo l'andamento tendenziale (+3,8% nella stima precedente).
La crescita acquisita per il 2021, ovvero quella che si otterrebbe se nel quarto trimestre dell'anno il Pil italiano registrasse una variazione congiunturale nulla, è pari al 6,2%.
Tra il 2021 e il 2024 il Pil al Sud crescerà del 12,4%, al 15,6% del Centro-Nord. È quanto emerge dal Rapporto Svimez 2021 sull'economia e la società del Mezzogiorno. Nel 2021 i valori si attesteranno a +6,8% al Centro-Nord e +5% al Sud. Dei quasi 15 punti di crescita previsti nel quadriennio, 7 sono riconducibili al Pnrr e alle politiche di bilancio alla crescita. Al Sud il contributo copre il 58,1% della crescita cumulata, contro il 45% nel Centro-Nord.
Per le giovani donne nel Mezzogiorno l'accesso al mercato del lavoro resta difficile: il tasso di occupazione delle 20-34enni laureate da 1 a 3 anni è il 44% al Sud a fronte di valori superiori al 70% nel Centro-Nord. Rispetto al secondo trimestre 2019, l'occupazione femminile nel Sud si è ridotta di circa 120mila unità nel 2021, (-5%, contro -3,3% del Centro-Nord). È quanto emerge dal Rapporto SVIMEZ 2021 sull'economia e la società del Mezzogiorno, che afferma come buona parte dei divari di genere dell'Italia con l'Ue siano ascrivibili alla situazione delle regioni meridionali: sono quasi 900mila donne NEET nel Mezzogiorno (40%, contro il 17% della media europea).
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