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Italia aderisce a proposta di corridoio marittimo per Gaza

Italia aderisce a proposta di corridoio marittimo per Gaza

L'annuncio di Tajani, 'iniziativa europea proposta da Cipro'

ROMA, 07 marzo 2024, 16:17

Redazione ANSA

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Soccorsi a Gaza - RIPRODUZIONE RISERVATA

L'Italia aderisce "alla proposta, che si fa sempre più concreta, di un corridoio umanitario marittimo" per Gaza. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Antonio Tajani spiegando ai cronisti di aver comunicato l'adesione dell'Italia a Ursula von der Leyen. "E' una proposta che nasce da Cipro per aiutare la popolazione palestinese", ha aggiunto.

"Nel Mar Rosso la situazione è complicata, noi abbiamo voluto e ottenuto una missione europea. La pericolosità degli Houthi la conosciamo, sono un'organizzazione terroristica, e noi reagiremo in caso di attacco così come è stato fatto". Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ai cronisti a Bucarest.

Un alto funzionario di Hamas ha accusato Israele di aver "vanificato" tutti gli sforzi dei mediatori per raggiungere un accordo per la tregua prima del Ramadan. Lo riporta il Guardian. L'alto funzionario di Hamas Sami Abu Zuhri ha detto che Israele insiste nel respingere i punti dell'accordo che porterebbero a una pausa nei combattimenti, garantirebbe l'arrivo degli aiuti e faciliterebbe il ritorno degli sfollati interni alle loro case. La delegazione di Hamas ha ora lasciato il Cairo, anche se una fonte ha detto al canale di notizie egiziano Al-Qahera che i colloqui continueranno e riprenderanno la prossima settimana.

Le delegazioni di Qatar, Hamas e Stati Uniti hanno lasciato Il Cairo dopo la fine dell'ultimo ciclo di negoziati per il cessate il fuoco a Gaza e lo scambio tra ostaggi e prigionieri, concluso con un nulla di fatto. Lo riferiscono fonti aeroportuali. Le delegazioni di Qatar e del Movimento della Resistenza Islamica hanno lasciato la città poche ore fa. Sono arrivate separatamente all'aeroporto, accompagnate da convogli delle agenzie di intelligence egiziane, che le hanno prelevate dal luogo segreto dove si sono svolti i colloqui e la loro partenza si è svolta nel massimo riserbo. Poche ore prima aveva lasciato Il Cairo anche la delegazione americana.

Una fonte politica israeliana ha negato informazioni apparse in Libano secondo cui Israele avrebbe indicato nel 15 marzo il termine ultimo per il raggiungimento di una intesa politica riguardo alla situazione di sicurezza al suo confine nord, dopo il quale potrebbe avere luogo una escalation militare. ''Quella notizia non è vera - ha detto la fonte alla radio pubblica Kan - non c'è una dead-line del genere''.
   

'Israele ritira la nomina di Kashriel ambasciatore a Roma'

Il governo di Israele ha ritirato la nomina di Benny Kashriel, ex sindaco dell'insediamento di Maale Adumim (est di Gerusalemme), come prossimo ambasciatore a Roma "dopo il rifiuto del governo italiano". Lo riporta il quotidiano israeliano Ynet aggiungendo che a questo punto lo Stato ebraico potrebbe inviare in Italia Yoni Peled, candidato inizialmente per la sede di Budapest. Kashriel a sua volta potrebbe essere il prossimo ambasciatore israeliano proprio in Ungheria.

Nyt, si affievoliscono speranze su tregua prima di Ramadan

Si stanno affievolendo le speranze che un accordo sul rilascio degli ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre e per arrivare a una tregua temporanea a Gaza possa essere raggiunto prima dell'inizio del Ramadan, la prossima settimana. Lo riferisce il New York Times citando funzionari vicini ai colloqui.

L'amministrazione Biden, preoccupata per una nuova catastrofe umanitaria, sembra stia valutando modi per impedire a Israele di utilizzare armi statunitensi nel caso in cui attaccasse l'area densamente popolata intorno alla città di Rafah. Lo scrive il Washington Post descrivendo "la frustrazione" di Biden verso Netanyahu. Il presidente Usa e i suoi consiglieri senior non hanno preso alcuna decisione ma, per il Wp, il fatto stesso che i funzionari discutano di questo passo estremo dimostra la crescente preoccupazione dell'amministrazione per la crisi a Gaza e il forte disaccordo con i leader israeliani sull'assalto di Rafah.

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