Il presidente argentino,
Javier Milei, resta alla finestra in attesa dell'esito delle
elezioni Usa, prima di nominare il nuovo ambasciatore a
Washington, ma fin dal suo arrivo alla Casa Rosada ha reso
lampante il suo allineamento con l'agenda Maga (Make America
Great Again) di Donald Trump, facendo persino suo lo slogan:
"rendiamo di nuovo grande l'Argentina".
Anche l'ala economica del governo del capo di Stato
ultra-liberista, guidata dal ministro dell'Economia Luis Caputo,
guarda con attenzione alle elezioni statunitensi, pensando alla
rinegoziazione con il Fondo monetario internazionale, dato che
il 31 dicembre di quest'anno scadrà l'accordo firmato nel marzo
2022 dal predecessore di Milei, il peronista Alberto Fernández.
L'ultraliberista ha incontrato Trump nel febbraio di
quest'anno, poco dopo il suo insediamento, durante un evento
della Conferenza dei conservatori (Cpac), dove ha condiviso il
palco col presidente salvadoregno Nayib Bukele, e il leader del
partito spagnolo di estrema destra Vox, Santiago Abascal.
L'Argentina a breve dovrà nominare un ambasciatore negli
Stati Uniti, poiché Gerardo Werthein, che ricopriva l'incarico,
è stato richiamato come ministro degli Esteri per sostituire
Diana Mondino, espulsa da Milei per aver voltato le spalle a
Washington e aver votato contro l'embargo Usa a Cuba alle
Nazioni Unite.
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