La Piattaforma del Consiglio d'Europa
per la protezione del giornalismo e la sicurezza dei reporter ha
indicato come una potenziale "intimidazione" le querele per
diffamazione in sede civile nei confronti del giornalista
italiano Lorenzo Tondo, corrispondente del Guardian per l'Italia
meridionale, presentata dal sostituto procuratore di Palermo,
Calogero Ferrara.
All'origine della vicenda - ricorda il Guardian -c'è il caso
giudiziario di un eritreo, accusato di essere uno dei principali
organizzatori del traffico di migranti dalla Libia. Nel 2019,
dopo che questi aveva trascorso tre anni in carcere, la corte
d'assise di Palermo ne decise il rilascio, stabilendo che si era
trattato di uno scambio di persona: l'uomo estradato in Italia
nel 2016 dal Sudan non era, come sostenevano le polizie di
cinque Paesi, Medhanie Yedhego Mered, conosciuto e ricercato
come il 'generale', ma Medhanie Tesfamariam Berhe, un profugo di
professione falegname. Una ricostruzione sostenuta a lungo da
Tondo, che criticò la linea della procura. Berhe era stato
comunque condannato a 5 anni per un episodio di favoreggiamento
dell'immigrazione clandestina.
Secondo l'organismo del Consiglio d'Europa, il 18 ottobre il
cronista del Guardian ha ricevuto notifica della prima udienza
del suo processo, fissata il 2 febbraio prossimo, in due cause
civili promosse contro di lui dal magistrato per un post su
Facebook e alcuni articoli pubblicati sul quotidiano britannico.
Il procedimento, afferma la Piattaforma, gli impedisce per
questioni di opportunità di seguire il processo d'appello sul
'caso Mered', iniziato il 27 ottobre. Oltre a Tondo, dopo un
tentativo di mediazione tra le parti, il magistrato ha citato in
giudizio Repubblica e la sua giornalista Romina Marceca.
La segnalazione del caso alla Piattaforma europea è stata
promossa dalla Federazione europea dei giornalisti (Efj) e
inserita nella categoria "persecuzioni e intimidazioni nei
confronti dei giornalisti" attribuibili allo stato.
Contattato dal Guardian, il pm ha dichiarato di aver chiesto
al suo legale di commentare la vicenda.
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