Secondo fonti di Gaza, Mohammed Deif, il capo militare di Hamas, è stato "colpito" mentre si trovava nel complesso di Mawasi bombardato dall'esercito israeliano quattro giorni fa. Nell'ipotesi che Deif sia morto, la fazione islamica ha già designato il suo successore: si tratta del comandante della Brigata Gaza, Ezz a-Din Haddad. Lo ha riferito questa sera la tv pubblica israeliana Kan.
La fonte è segretissima, di quelle che partecipano alle riunioni a porte chiuse della Cia in cui si studiano i destini delle guerre analizzando l'intelligence più riservata. Al centro del report riferito nello scorso fine settimana a Sun Valley ai pochi interlocutori presenti dal direttore della Central intelligence agency Bill Burns c'è il leader di Hamas a Gaza. Uno dei partecipanti, letteralmente innominabile, ha riferito alla Cnn le ultime valutazioni del capo della Cia su un Sinwar "decisamente indebolito", sotto pressione costante degli altri comandanti del gruppo islamista, irritato dal crescente risentimento tra i palestinesi per le sofferenze causate dalle guerra. Ma soprattutto, secondo gli analisti più addentro all'argomento, a incrinare la sicurezza con cui si è mosso finora il capo di Hamas è l'incerto destino di Mohammad Deif, capo militare e numero 2 nella Striscia, obiettivo del raid israeliano di sabato scorso a Mawasi. Senza il cui continuo sostegno è altamente dubbio che Sinwar sarebbe durato come leader onnipotente e contemplato l'attacco del 7 ottobre, di cui proprio Deif sarebbe stato l'ideatore.
Un'inattesa fragilità, quella di Sinwar, che si concretizza in un'occasione unica per Ismail Haniyeh e gli alti funzionari di Hamas che vivono lontano da Gaza per trarre vantaggio nella feroce lotta interna alla fazione che comanda nella Striscia.
Come ha scritto il commentatore di Canale 12 esperto di Medio Oriente Ehud Yaari, l'attacco a Deif porta a una drammatica svalutazione dello status di Sinwar, arrivando a rappresentare un grande punto interrogativo sulla sua capacità di guidare Hamas riducendo al silenzio gli oppositori che gli tramano contro dai loro lussuosi alberghi in Qatar, Turchia e Libano.
Per gli analisti insomma sarebbe alle porte un vero e proprio colpo di stato interno ad Hamas, che farà pendere l'ago della bilancia da Sinwar verso Ismail Haniyeh e il resto di coloro che furono effettivamente cacciati da Gaza quando il leader fu rilasciato dal carcere israerliano nel 2011 e salì a passi da gigante al potere grazie proprio al pieno appoggio di Deif.
Intanto l'Autorità Nazionale Palestinese comprende cosa significherebbe un futuro guidato da Hamas per la sua stessa sopravvivenza e per quella dei palestinesi, e dietro le quinte collabora con Israele arrestando terroristi nelle città della Cisgiordania. Dal canto loro le influenti comunità imprenditoriali di Jenin e Nablus, nella Cisgiordania settentrionale, si oppongono fermamente ai tentativi dei giovani nei campi profughi di creare nuovi gruppi terroristici, facendo fallire il sogno di Hamas di risvegliare una terza intifada.
Ora, secondo la Cia, Sinwar continua a nascondersi nelle viscere della terra, nell'ultimo periodo nei tunnel di Khan Younis, nella parte meridionale di Gaza. "Abbiamo gli israeliani esattamente dove li vogliamo", aveva detto l'imprendibile capo di Hamas. Con Israele diventato prima lentamente, poi rapidamente, oggetto di furibonde critiche internazionali, comprese quelle dall'America. Ma nelle ultime settimane qualcosa è cambiato. Ancor di più negli ultimi giorni. Adesso, anche se si scoprisse che Deif è fuggito di nuovo, il fatto che Israele sapesse esattamente dove si trovava e abbia stabilito che bombardare il complesso era legittimo, anche con civili nella zona, dovrebbe dare a Sinwar un'ulteriore ragione di preoccuparsi del suo destino.
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