In cima alle riforme necessarie all'Europa c'è la riduzione del carico fiscale sul lavoro: "E' una chiara priorità politica" ha detto l'Eurogruppo, il coordinamento dei ministri delle Finanze degli stati che adottano l'euro, riunito a Milano alla vigilia dell'Ecofin informale. Dal presidente della Bce Mario Draghi è arrivato intanto un nuovo forte richiamo alla politica, perché da sole le misure monetarie non potranno sostenere la crescita: Per "far sì che tornino gli investimenti", ha detto, serviranno "riforme strutturali più ambiziose. I paesi dovranno affrontare le raccomandazioni specifiche in maniera determinata".
La due giorni europea a Milano ha anche innescato un botta e risposta a distanza tra il premier Matteo Renzi e Jyrki Katainen, il neo commissario europeo agli Affari economici, vicepresidente coordinatore di tutti i principali portafogli economici della nuova Commissione targata Juncker.
"Non siamo maestri ma siamo interpreti di quanto tutti i Paesi rispettano gli impegni presi e di quello che hanno promesso agli altri Paesi". Così il commissario agli affari economici Jyrki Katainen risponde - alle telecamere de ilfattoquotidiano.it - al premier Renzi che su twitter ha scritto "dall'Europa non ci aspettiamo lezioni".
1. Noi rispettiamo il 3%. Siamo tra i pochi a farlo. Da Europa dunque non ci aspettiamo lezioni, ma i 300 miliardi di investimenti #junker
— Matteo Renzi (@matteorenzi) September 12, 2014
La crescita, comunque, è ormai dichiaratamente l'obiettivo comune: "Siamo in un ambiente economico che richiede un rafforzamento degli investimenti in Europa, Germania inclusa", ha detto perfino il ministro delle Finanze tedesco, gran 'guardiano' del rigore, Wolfgang Schauble, segnalando che affinché sia una crescita sostenibile serviranno "più investimenti, rispetto del consolidamento, riforme e un quadro regolatorio migliore".
Lo stesso presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha sottolineato la "nuova fase" dell'area euro, dove è sempre più necessario un "forte mix di politiche di bilancio, riforme strutturali e investimenti". "C'è un ampio consenso", ha sottolineato, sul fatto che "il patto di stabilità e crescita è un'ancora di fiducia", che va "preservata". L'Ecofin, comunque, si concentrerà sugli investimenti, con diverse proposte. Oltre a quella franco-tedesca, quella polacca, e quella di Juncker ci sarà anche un documento italiano in cui verranno indicate le aree prioritarie sulle quali investire e gli strumenti da adottare, tra i quali gli eurobond. Tornando alla riduzione del carico fiscale sul lavoro, l'Eurogruppo ha ribadito l'impegno a ridurlo "in maniera effettiva" per far ripartire consumi, stimolare il mercato del lavoro e migliorare la competitività. Sarà però fondamentale, stando ai "principi comuni" condivisi dal vertice, avere un "disegno delle riforme", capacità di finanziarle "o con una riduzione compensativa sulla spesa (non produttiva), o spostando le tasse" dal lavoro ad aree di "minor impatto sulla crescita". Servirà poi "un contesto politico più ampio", perché riduzioni fiscali di questo tipo sono efficaci se "parte di un più ampio pacchetto di riforme sul mercato del lavoro". E infine, non dovrà mancare il "supporto politico e sociale", perché sarà possibile "un impatto sulla distribuzione dei redditi" e andranno quindi condivise le valutazioni "con consultazioni di tutti gli stakeholders rilevanti, così come con una introduzione graduale delle riforme".
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