Un desiderio di vita, di amore, di gioia, tra le feste e gli amici. È stato questo il tragitto umano di Silvio Berlusconi che ora "trova in Dio il suo giudizio e il suo compimento". È breve l'omelia dell'arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini. E spiazza tutti per la sua apparente semplicità. Apparente perché leggendo tra le righe c'è invece tutta la vita del Cavaliere che in questo momento, dopo i successi e la popolarità, è come gli altri solo "un uomo e ora incontra Dio".
Il vescovo a sorpresa non cita le Scritture e neanche ripercorre la vita, o ricordi e aneddoti della persona, come quasi sempre si fa nei funerali. Cita invece l'uomo politico che "ha sostenitori e oppositori". Parla dell'uomo d'affari che "deve fare affari", "guarda ai numeri e non ai criteri". Delpini parla infine del "personaggio" che "è sempre in scena. Ha ammiratori e detrattori. Ha chi lo applaude e chi lo detesta".
È una predica laica quella di Delpini, anzi non è neanche una predica perché, con delicatezza, non giudica, non fa la morale, non esalta né critica, ma semplicemente (e cristianamente) indica che, ad un certo punto, per chi crede, resta solo l'incontro con Dio e il suo giudizio.
C'è nel racconto di Delpini tutta la pienezza di vita che in Berlusconi era davvero traboccante, "le feste" o "il gesto simpatico". Pensiamo solo alle barzellette con le quali il Cavaliere non risparmiava neanche i Papi o i Santi, e neanche se stesso. Ma poi, alla fine della vita, si può sperimentare - sottolinea l'arcivescovo di Milano - che "la gioia è precaria".
La predica di Delpini divide. Alla fine, nel Duomo di Milano, in molti applaudono alle parole del presule. Ma c'è anche chi non l'ha apprezzata per niente.
"La Chiesa riscatta l'abiezione del moralismo piccolo piccolo", commenta Giuliano Ferrara. E l'attuale direttore de Il Foglio parla di "un gigantesco Delpini" che ha offerto "un saggio di vita, di fede, di anti moralismo". "Povero Papa Francesco, è questa la Chiesa italiana che si ritrova", sottolinea invece Stefano Sodaro, docente di diritto canonico e osservatore delle dinamiche interne della Chiesa italiana.
Per il governatore della Liguria Giovanni Toti le parole di Delpini hanno ricordato "la caducità della vita", mentre per Daniele Capezzone la predica è stata costruita "in modo furbo perché suscettibile di interpretazioni opposte".E poi la voce della rete: "deludente", "un'omelia gesuitica", "ha fatto come Ponzio Pilato".
Dall'altra parte c'è invece chi premia il vescovo a pieni voti: "Oltre la vuotezza dei commenti politici, si sono ascoltate in chiesa - twitta Lucio Brunelli, ex vaticanista Rai e ex direttore della tv della Cei - le parole più vere sulla vita e la morte di Silvio Berlusconi".
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