Ilaria Salis, il generale Roberto Vannacci, Vittorio Sgarbi che rientra in pista ma come "indipendente", la pronipote di Giovanni Giolitti (Giovanna) e pure Alessandro Cecchi Paone (detto Pavone). Non ci sono solo i leader dei partiti (un unicum in Europa) ma anche tanti outsider che compaiono nelle liste depositate per le elezioni dell'8 e 9 giugno. Allo scadere dei termini per presentare gli elenchi per le cinque circoscrizioni in cui è divisa l'Italia per il voto per l'Eurocamera non sono molte le sorprese dell'ultimo minuto.
Anche se sono già pronti i ricorsi delle formazioni più piccole, che non sono state aiutate dal governo con un taglio delle firme dell'ultimo minuto, necessarie per presentarsi, che alla fine è stato negato.
Come annunciato a guidare le liste di Fratelli d'Italia c'è la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, "detta Giorgia" come da escamotage per personalizzare il voto come un referendum sul suo nome di battesimo ("sono una di voi, una del popolo" ha detto a Pescara confermando ufficialmente la sua candidatura).
Al Centro se la vedrà direttamente con Elly Schlein, che ha lasciato il posto di capolista a Stefano Bonaccini (Nord Est), Cecilia Strada (Nord Ovest) e Lucia Annunziata (Sud). Ma anche con Carlo Calenda, con Matteo Renzi (candidato ma non da capolista in 4 circoscrizioni) e con il suo vicepremier, Antonio Tajani. Non correrà, invece, Matteo Salvini, che al Centro schiera Vannacci.
Pensioni & Lavoro Risveglio europeo ma anche Democrazia Sovrana e popolare di Marco Rizzo (che era andato a perorare la causa di un taglio delle firme direttamente a Palazzo Chigi), hanno depositato le liste anche senza le firme necessarie e hanno già annunciato ricorsi. Mentre alla Corte d'Appello di Roma è stata ricusata la lista Alternativa Popolare, capeggiata in tutte le circoscrizioni dal sindaco di Terni Stefano Bandecchi. Si è presentato in tutte le circoscrizioni anche Cateno De Luca (in ospedale per una polmonite) con la sua 'Libertà'.
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