Il Ponte "è un'opera inutile che non serve al Mezzogiorno alla Sicilia, alla Calabria e al Paese". Lo ha detto il segretario confederale della Cgil, Pino Gesmundo, in una conferenza stampa che ha riunito il fronte del 'No' al Ponte sullo Stretto, con comitati arrivati a Roma da Messina e Villa San Giovanni. "E' pericolosa e molto costosa", ha sottolineato il leader sindacale, illustrando tutte le risorse pubbliche "sprecate" finora sul progetto. "Il totale dei soldi già spesi sul nulla ad oggi si aggira intorno a 1,1 miliardi di euro", ha detto Gesmundo. "Magari con questi soldi avremmo potuto risolvere i problemi infrastrutturali della Calabria e della Sicilia intervenendo su opere strategiche", ha aggiunto.
"Questi non sono pesciolini, sono persone, donne, uomini famiglie. Stiamo parlando di questioni serie che non vanno affrontate con battute", ha detto Gesmundo rivolgendosi al vicepremier e Ministro Matteo Salvini. "Quando abbiamo fatto l'ultima iniziativa a Messina, i detrattori del movimento 'No ponte' hanno etichettato la Cgil, provando a dire che ci alleavamo con i cavernicoli, voglio dire al ministro Salvini che chi pensa che queste donne, questi uomini, queste persone siano dei cavernicoli sbaglia, sono uomini e donne che chiedono rispetto e la Cgil sarà accanto a loro in questa battaglia di dignità", ha sottolineato l'esponente sindacale.
"Il ponte produrrà dei danni e lo sta già facendo a chi vive in quelle case. E' un momento molto delicato, c'è ansia, preoccupazione per noi che viviamo nelle aree che verranno espropriate". Così una rappresentante del comitato 'No Ponte' in una conferenza stampa che ha riunito il fronte del 'No' al Ponte sullo Stretto, con comitati arrivati a Roma da Messina e Villa San Giovanni. "Dovremmo subire 8 anni di cantieri, la nostra vita cambierà completamente. Siamo qui a Roma per far sentire la nostra voce. Siamo trattati come ospiti scomodi che devono lasciare uno spazio libero per qualcosa di più grande", ha spiegato, sottolineando che in quei "quadratini gialli" sulle cartine "ci sono delle famiglie, dei bambini". Da cittadina espropianda "non posso accettarlo, invito i signori del governo a riflettere", ha concluso.
Lega, altri 3 miliardi al Ponte. Ira Pd, tagli al sud
Ancora fondi per quasi tre miliardi al Ponte sullo Stretto. La Lega torna all'assalto sul suo cavallo di battaglia con un emendamento alla manovra a prima firma del capogruppo Riccardo Molinari che prevede una dote all'infrastruttura complessiva di circa 14,7 miliardi fino al 2032, di cui 7,7 miliardi presi delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione. Un'ipotesi che fa subito gridare allo scandalo le opposizioni, Pd in primis.
E' un nuovo "spreco di risorse pubbliche" per "il giocattolo di Salvini", va all'attacco la capogruppo Dem Chiara Braga stigmatizzando anche il fatto che si prenda dai fondi di coesione "i pochi finanziamenti rimasti alle Regioni del Sud". "Levano i soldi al trasporto locale per darli al Ponte", criticano anche da M5s. Ma non è solo il partito di Salvini ma tutta la maggioranza a farsi sentire con il proprio carico di richieste alla legge di bilancio. Forza Italia dà battaglia sulle pensioni e la casa. E Fratelli d'Italia rilancia sulla previdenza ma anche sulla scuola con una proposta che opposizioni e sindacati (Cisl a parte) definiscono "choc" in favore delle scuole paritarie. La fase di presentazione degli emendamenti alla manovra, come di consueto, è un'occasione di posizionamento per le forze politiche. Molte delle proposte sono destinate a rimanere solo sulla carta con il meccanismo dei segnalati e dei super-segnalati. Ma, fino a quel momento, lo spazio è alle richieste. Spunta così un voucher di un massimo di 1.500 euro per la frequenza delle scuole paritarie. E la proposta del deputato di FdI, Lorenzo Malagola sembra non dispiacere ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara. "Il governo - afferma il titolare di viale Trastevere - è ben consapevole dell'importanza di assicurare il diritto dei ragazzi, a prescindere dal reddito, a studiare nelle scuole paritarie". Dunque, aggiunge, una riflessione e in corso e "stiamo lavorando a soluzioni praticabili". Le opposizioni, intanto, vanno all'attacco. Uno "scandalo assoluto", una "proposta choc", la definiscono da M5s. E' una misura che "viola la Carta" per il leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. Mentre anche i sindacati sono critici: è una notizia che "desta sconcerto" per la Gilda mentre Anief invita a destinare tutti fondi possibili alla scuola pubblica. La Cisl, invece, guarda con favore a un "giusto sostegno" a chi ha meno entrate. Pensioni e casa sono gli altri temi su cui i partiti, Forza Italia in primis, chiedono modifiche. Gli azzurri tornano a dare battaglia sulle detrazioni per le abitazioni e propongono di rialzarle al 50% per il 2026 e 2027 visto che, tra due anni, scenderebbero, invece, al 36%. Non solo. Con una modifica alla misura riguardante il fondo garanzia per i mutui prima casa per i giovani gli azzurri propongono che gli aiuti vadano non più solo alle "giovani coppie" ma alle "giovani coppie under36 che hanno "un progetto di vita finalizzato al matrimonio". E, infine, come promesso, FI si fa sentire sulle pensioni minime chiedendone l'innalzamento nel 2025 del 2,7% anziché del 2,2% previsto in manovra. Una misura che, secondo una stima Uilp, portrerebbe a un aumento non di 3 ma di 7 euro al mese. Sempre sul fronte previdenziale Lega e FdI chiedono la riapertura della finestra per i lavoratori per decidere sul conferimento del Tfr ai fondi pensione con il meccanismo del silenzio-assenso. Non mancano poi i micro-interventi: dall'esenzione Imu per la Nuvola di Fuksas (chiesta da FdI) ai fondi per la cittadina pisana di Ponsacco per lo sgombero di alcune famiglie rom da un fabbricato (lo propone la Lega). Da capire quali e quante proposte passeranno al vaglio di ammissibilità previsto in mattinata. Inoltre i fondi per il momento disponibili per le modifiche parlamentari ammontano ad appena 120 milioni. Ma si attende l'esito del concordato per capire quante nuove risorse fresche saranno a disposizione. Guardando anche al concordato bis del quale si attende, a stretto giro, l'entrata in vigore.
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