22 APRILE - Sergio Mattarella ha perso la pazienza: Lega e Cinque stelle escano dalle ambiguità e rispondano a quello che chiedono gli italiani, cioè definiscano il perimetro della maggioranza e chi è il candidato premier. Il presidente della Repubblica considera la misura colma e il tempo quasi scaduto. Per cui domani potrebbe costringere i protagonisti di questa fase, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, a chiudere un traccheggiamento inaccettabile con una mossa a sorpresa.
Resta sempre in piedi l'ipotesi di un incarico a Roberto Fico ma il capo dello Stato sta seguendo passo passo l'evoluzione della scena politica e di conseguenza le sue decisioni vengono ponderate fino all'ultimo istante. Ma la finestra Lega-M5s si sta chiudendo e l'aver visto i protagonisti della crisi spendersi più per il Molise che per la nascita di un Governo nazionale ha infastidito non poco il presidente.
Il Quirinale continua quindi ad attendere "un'assunzione di responsabilità" da parte di chi si proclama vincitore delle elezioni. Ma sembra proprio non voler consentire ulteriori tatticismi e meline per arrivare al voto in Friuli Venezia Giulia del 29 aprile. Proprio per questo motivo, a quasi due mesi dalle elezioni, si considera logico e responsabile l'apertura di un serio tavolo di incontri, "in trasparenza e alla luce del sole". Una chiarificazione definitiva che il Colle imporrà a Salvini e Di Maio probabilmente già domani. Decade quindi l'ipotesi di affidare a Roberto Fico un incarico per esplorare solo una eventuale intesa M5s-Pd.
Sembra che il presidente voglia accertare una volta per tutte, in modo che sia chiaro anche agli italiani, se esiste una possibilità Lega-M5s. Per percorrere questa strada il tempo si è esaurito. Dall'alto del Colle disturba la visione di contendenti che si affidano ad altri per mascherare le loro difficoltà, quasi fossero passanti casuali che sollecitano il presidente, ora da un lato ora dall'altro, dimenticando che in questa fase sono loro oggetto di un sollecito quirinalizio. Ecco qual'è l'atmosfera nella quale Sergio Mattarella sta maturando le sue scelte, cercando di dare senso alle cose, tenendo presenti i tempi che si accorciano e le difficoltà complessive anche degli scenari che vanno oltre la sintonia Salvini-Di Maio. Sintonia che il presidente ha compreso e assecondato. Una comprensione che forse è stata fraintesa come permesso di trattativa a oltranza.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA