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In evidenza
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Chissà come sarebbe oggi, a 70 anni, Massimo Troisi. Artista indimenticabile del cinema italiano, dall'ironia sottile e profonda, nato il 19 febbraio del 1953 a San Giorgio a Cremano (Napoli), morto a Ostia (Roma) a soli 41 anni nel 1994, come conseguenza di un problema cardiaco che lo aveva accompagnato per tutta la vita. Appena 12 ore prima di morire aveva finito di girare quel capolavoro che è "Il Postino".
Oggi un film, "Domani mi alzo tardi" di Stefano Veneruso (nipote di Troisi) esce nelle sale e ce lo fa immaginare in età matura. Il film è liberamente tratto dall'omonimo romanzo in cui Anna Pavignano (sceneggiatrice di quasi tutti i suoi film) ricorda la sua storia d'amore con Troisi.
La scena del fiorino alla dogana in Non ci resta che piangere
Ma c'è anche un altro grande omaggio all'attore e regista napoletano, il docufilm Lassù qualcuno mi ama, viaggio personale di Mario Martone nel cinema di Massimo Troisi, che sarà presentato al 73mo Festival di Berlino e dal 23 febbraio sarà in sala. E poi mostre e murales hanno ricordato e ricordano l'attore e regista napoletano.
La scena di Tonino e l'orsacchiotto in Scusate il ritardo
Troisi, oltre all'eredità artistica dei suoi capolavori, indirettamente oggi lascia anche un altro segno: un'Accademia di arti espressive ideata dal grande amico e attore Lello Arena, che ha voluto la collaborazione di Enzo de Caro, progetto sostenuto dal Comune di Napoli. L'Accademia potrà accogliere 100 artisti, non solo esordienti e senza limite d'età, e la frequenza è completamente gratuita.
La scena di Robertino in Ricomincio da tre
Venerdì 17 in prima visione alle 21.25 su Rai Tre c'è il film documentario "Buon compleanno Massimo" di Marco Spagnoli (su RaiPlay dal 19 febbraio). La vita di Massimo Troisi viene ricordata da familiari e amici. Tra gli altri intervengono nel film Renzo Arbore, Eugenio Bennato, Jerry Cala', Nino D'Angelo, Enzo De Caro, Fabio Fazio, Francesca Neri, Ferzan Özpetek, Roberto Vecchioni. Materiali di repertorio sono mescolati a un racconto intenso in un viaggio alla scoperta dell'artista oltre l'uomo indimenticabile, dalla grande ironia e umanità. Una storia sul cuore fisico, ma anche metaforico di uno dei piu' grandi artisti italiani del Novecento, sul suo rapporto con Napoli, sul suo sguardo pacato e sincero sulla vita e sul mondo, ma anche sulle ingiustizie e sulle grettezze dell'esistenza, che lui ripudiava in pieno.
La scena delle metafore con Neruda (Philippe Noiret) nel Postino
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