"Non dobbiamo seminare allarmi sul futuro del Paese perché abbiamo conseguito solidità economica nella crescita positiva, abbiamo una guida molto salda delle istituzioni nelle mani del nostro presidente Mattarella, guida istituzionale del percorso che abbiamo avanti". Lo ha detto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni nel suo intervento al cinema Adriano di Roma.
"Non si possono citare i sondaggi ma dobbiamo guardare a domenica con ottimismo, a testa alta e con determinazione. La capacità che abbiamo mostrato in questi anni sta convincendo gradualmente i cittadini e sposterà il risultato delle elezioni. Si dice 'al lavoro e alla lotta' ma lo dirà Matteo alla fine", ha aggiunto il premier. "Credo che ci siano molte possibilità che la forza che abbiamo mostrato al governo della Regione e nazionale in questi anni siano riconosciuti dagli elettori".
"La posta in gioco alle elezioni è molto alta - ha ribadito Gentiloni - per questo Prodi e Veltroni hanno deciso di scendere in campo per il Pd e li ringrazio, perché sono consapevoli che non è il momento di voti per ripicca o segnaletici, perché poi ti ritrovi al governo con una lista populista e antieuropea".
Poi si è rivolto direttamenmte a Renzi, seduto in prima fila: "Hanno giocato spesso, troppo, sulle nostre divisioni. Caro Matteo, al gioco delle divisioni noi non ci prestiamo. Il nostro è un Pd orgoglioso dei risultati, incarna la speranza di migliorare ancora, si prende cura delle persone delle difficoltà. E questo Pd, unito, metterà la sua forza al servizio del governo del Paese".
Per Gentiloni inoltre "la posta in gioco di queste elezioni di domenica è paragonabile a una scelta di campo, dirimente: a guardare la campagna elettorale non sembra. Siamo in questo festival surreale di proposte miracolose. Per la prima volta c'è un governo ombra che si presenta prima delle elezioni. Di solito perdi le elezioni e presenti un governo ombra, qui invece lo fanno prima delle elezioni".
"Chi volete ministro dell'Economia, Padoan o Di Battista?' ha quindi chiesto alla platea. "Noi vogliamo Padoan e gli chiedo scusa per il 'paragone che ancor mi offende'".
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