Era un giallo, è diventato un caso, con una conclusione allarmante: la Var non è una bibbia in caso di fuorigioco. La polemica per l'annullamento della rete del 3-2 di Milik per un presunto offside di Bonucci nel caotico finale di Juve-Salernitana, che ha rinfocolato le già accese critiche ad arbitri e Var, si è focalizzata su un video che mostrava la posizione del granata Candreva - esterno sul campo, in prossimità della bandierina - a tenere in gioco Bonucci, al quale è stato decretato dal Var l'off side che ha fissato il risultato sul 2-2 e scatenato il parapiglia finale. "Siamo stati depredati", tuona Bonucci. "Ma il nostro Var non aveva quell'immagine", la risposta sincera, chiara e preoccupante degli arbitri. A dimostrazione che l'uso del video non ha risolto tutte le questioni sulle polemiche arbitrali non ci sono solo le accuse di ieri, da Fiorentina, Lecce e poi Juve, ma anche la scelta dell'Uefa di inserire il fuorigioco semiautomatico. Troppo alto, si scopre oggi, il rischio di buchi neri nelle immagini, che di fatto possono falsare il tracciamento delle linee di fuorigioco. Il designatore Gianluca Rocchi e l'Aia, dopo aver verificato cosa fosse successo ieri sera, hanno infatti capito che quell'immagine di Candreva visibile nel dopo gara su social e media, non lo era però per chi aveva l'onere di valutare l'azione e decidere di conseguenza, ovveeo gli addetti al Var, Banti e Meli, e dunque dell'arbitro Marcenaro. Dopo una giornata di indagini e valutazioni, l'associazione guidata da Alfredo Trentalange ha diffuso una nota in cui spiega che le immagini che riprendono Candreva vicino alla bandierina del corner e oltre la linea di Bonucci, venivano "da una telecamera non a disposizione del Var e pertanto non fruibile dagli arbitri". Sottolineando di aver fatto "chiarezza sull'episodio" in questione, l'Aia precisa che l'organo tecnico della Can guidata da Rocchi ha visionato tutte le immagini messe a disposizione del Var e dell'Avar per la gara, "non riscontrando alcuna corrispondenza con il video in questione".
Le immagini sono rese disponibili da una società dedicata a fornire il servizio tecnologico per la Var, e in ogni stadio le telecamere sono cinque: una centrale, due sulla linea dei sedici metri e due usate per la goal line technology. La Can ha "chiesto espressamente" a tale società se la telecamera fosse a disposizione degli addetti alla Var e "la risposta che veniva fornita - sottolinea la nota dell'Aia - è che la camera non era a disposizione del Var e pertanto non era fruibile dagli arbitri". Si tratterebbe della cosiddetta "camera tattica", probabilmente quella usata dalla Juve e da tutte le squadre di casa per fare analisi video delle partite giocate. Il chiarimento fornito dall'associazione arbitri non metterà la parola fine ai dubbi, alla rabbia e alle polemiche per l'annullamento del gol bianconero, evento macroscopico che per giunta è arrivato dopo una giornata di campionato già caratterizzata da proteste e contestazioni sorte su più campi e che hanno coinvolto soprattutto sulla tecnologia dedicata proprio a ridurre al minimo le decisioni sbagliate. Nel pomeriggio di ieri erano arrivate le proteste della Fiorentina sul mancato intervento del Var su un fallo non rilevato nell'azione che aveva portato alla rete del 2-1 del Bologna e quelle del Lecce che aveva reclamato per due presunti rigori non concessi, con tanto di appello delle due società di essere rispettate pur nel dialogo reciproco. Che la tensione stia crescendo lo dimostrano anche le sanzioni sempre più frequenti inflitte agli allenatori per battibecchi con i direttori di gara: ne hanno fatto le spese solo tra sabato e ieri Marco Giampaolo, Luciano Spalletti e Massimiliano Allegri, quest'ultimo in compagnia di tre giocatori nelle rissose fasi seguite alla rete di Bonucci poi annullata. Mettere solo il sistema Var/addetti Var sotto accusa è riduttivo, ma quanto accaduto in Juventus-Salernitana apre nuovi interrogativi anche sulla effettiva copertura delle telecamere.
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