Valentino Rossi sta bene e vuole tornare in pista "per il Gp del Giappone di metà ottobre, il mio obiettivo è questo". Lo ha detto al presidente del Coni, Giovanni Malagò, che oggi è andato a trovarlo in ospedale ad Ancona, dove è stato operato la scorsa notte per una frattura scomposta a tibia e perone della gamba destra, riportata durante un allenamento di enduro. Malagò ha trovato il Dottore "incredibilmente carico", nonostante il fatto che la gamba sia la stessa offesa dall'incidente al Mugello del 2010.
Del resto Valentino "sta bene" ribadisce il prof. Raffaele Pascarella, direttore dell'Unità operativa di Ortopedia e Traumatologia, che lo ha operato la scorsa notte, intorno alle 2. Il campione era stato ricoverato all'ospedale di Urbino, poi per sua scelta trasferito ad Ancona, dove rimarrà 3-4 giorni (che potrebbero scendere anche a due). Poi "dipenderà tutto da lui - dice il medico -, credo che sicuramente per 30 o 40 giorni dovrà stare a riposo, valuteremo insieme come procedere". Di certo si sottoporrà a fisioterapia, a casa o in un centro di riabilitazione. Rossi vuole tornare in sella il prima possibile, dovrebbe quindi saltare le due tappe del Motogp di Misano e Aragon e rientrare in pista per il tris delle gare 'orientali': Giappone, Australia, Malesia. Improbabile che possa farcela prima, anche se Davide Brivio, oggi team manager della Suzuki e nel 2010 alla Yamaha, ipotizza un ritorno ad Aragon. Per l'amico di una vita Uccio Salucci, "come minimo salta un Gp, anche se con lui non si sa mai. Rammarico? Certo che c'è". Giacomo Agostini, però, osserva che Valentino, "non è più un ragazzo".
Nell'intervento della scorsa notte, durato circa un'ora e perfettamente riuscito, gli è stato applicato un chiodo endomidollare in titanio che dovrebbe essere tolto non prima di un anno. Una procedura resa più complessa dalla precedente frattura del 2010 - secondo il prof. Pascarella -, "c'era già una cicatrice, c'erano dei fori all'interno dell'osso".
Stessa gamba, ma storie diverse, "anche se quando se già stata una frattura ci sono zone un po' più deboli" spiega il medico. Secondo il quale quando si opera un paziente così famoso "c'è sicuramente un po' di tensione in più, però bisogna cercare di estraniarsi da queste cose, altrimenti non si porta a casa l'intervento". Per proteggere la privacy di Valentino l'azienda ospedaliera universitaria Ospedali Riuniti di Ancona ha messo in campo misure eccezionali, blindando il reparto e riservando al campione una piccola ala, sorvegliata da polizia, carabinieri e guardie giurate.
"Abbiamo un filo continuo con la Questura di Ancona" dice il direttore generale Michele Caporossi. Ciò non ha impedito che fan, grandi e piccoli, abbiano assediato l'ingresso di Ortopedia. "Potrei provare a entrare, dicendo che mia nonna è ricoverata qui" osserva speranzoso un ragazzino, tradito dalla maglia gialla con il numero 46. "Ho comprato il biglietto per Misano ma non ci sarà Valentino Rossi e non so neanche se ci andrò" dice Daniele, mentre Andrea sventola una t-shirt: "non chiedo neanche di vederlo, mi basterebbe che firmasse questa maglietta...". Oltre la barriera sono passati solo i parenti: la madre Stefania, il padre Graziano, il fratello Luca, alcuni amici. Da Pesaro arriva un 'in bocca al lupo' del ministro dello Sport Luca Lotti.
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