(di Beatrice Campani)
È forse troppo pretenzioso
evocare i sarti di Savile Row, la storica via del quartiere
londinese Westminster che dall'Ottocento ha rappresentato la
destinazione cult per la confezione di abiti da uomo, meta di
personaggi come Edoardo VII, Winston Churchill, Gregory Peck,
Elton John e anche Beatles e Mick Jagger. Ma una cosa è certa:
la moda maschile sta riscoprendo la passione per lo stile
formale, per un guardaroba da gentleman fatto di capi sartoriali
che ammiccano al 'su misura' ed evocano lo stile inglese.
Dopo anni di streetwear, l'inverno 2025/26 apre le porte a
pezzi cult come l'impermeabile, i blazer dal fit asciutto, la
maglieria in cashmere, i pantaloni in velluto a coste. C'è anche
l'outerwear più tecnico, ma in versione couture (ad esempio con
i piumini con le maniche di lana vergine di Duno, le giacche
senza cuciture di Roberto Ricci Design e quelle che recuperano
la tradizione del panno casentino firmate da Manifattura
Ceccarelli). Insomma le aziende pensano a pezzi di qualità che
durano nel tempo per provare a smuovere i consumi, dopo aver
subito cali considerevoli nell'anno più duro per la moda
mondiale, il 2024 (con forti aumenti dei costi e minor
propensione all'acquisto da parte dei consumatori).
A Pitti Uomo 107, che si aprirà il 13 gennaio alla Fortezza
da Basso di Firenze con 770 marchi - all'inaugurazione ci sarà
anche il ministro Adolfo Urso -, tante aziende parlano di questo
nuovo formale ispirato all'eleganza 'Brit'. Dunque grande
ritorno per il trench, che non ha più il sapore dell'antico. In
fiera ci saranno lo storico marchio inglese di impermeabili
Mackintosh, con una linea più ampia che mai, e Barbour, che
presenta le nuove varianti del noto giaccone cerato amato dai
reali inglesi e anche una capsule con Baracuta (entrambi della
scuderia Wp Lavori in Corso). Ampia scelta anche dal brand
toscano L'impermeabile, che propone modelli classici con tessuti
d'archivio, altri ispirati al mondo equestre e una
collaborazione con Kimono Rain (per un modello con bretelle
interne per trasporto a zaino).
Il focus poi è sul blazer, fit asciutto e tessuti innovativi.
Tombolini punta su una mischia cashmere e seta, mentre l'Harris
Wharf London, marchio londinese fondato nel 2010 da due
italiani, porta in fiera i nuovi blazer fantasia e i completi
con filati Loro Piana. Paoloni invece lancia il progetto The
Blazer con giacche dalle costruzioni innovative.
Evoca lo stile d'oltremanica anche la maglieria, con i nuovi
cardigan di Eton e i pullover della storica manifattura inglese
John Smedley (attiva dal 1784 e firma dei maglioni amati da
Marilyn Monroe e dai Beatles), realizzati con materiali naturali
e tutti prodotti nel Derbyshire. Piacenza 1733 invece riporta in
auge il noto motivo a rombi (l'argyle pattern), icona dello
stile college.
Questo nuovo gentleman sceglie il velluto per i pantaloni,
liscio (Cruna) ma anche a coste larghe. E ai piedi? Mocassini,
penny loafer e derby shoes, come quelli di Stuart Weitzman, il
noto marchio di calzature, che a Firenze lancerà la collezione
maschile. E per chi vuole aggiungere un vero vezzo da dandy in
fiera c'è anche Fox Umbrellas, l'ombrello del gentleman
londinese per eccellenza, realizzato nel Regno Unito dal 1868.
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