"Hanno fatto gli accertamenti fiscali: zero. Giovanni Falcone, il nostro maestro, diceva che la ricerca della prova è lì". Lo ha detto nella sua arringa l'avvocato Raffaele Della Valle, nel pool difensivo di Marco Sorbara, consigliere regionale sospeso imputato nel processo Geenna per concorso esterno in associazione mafiosa.
Secondo il legale "occorre capire l'uomo, in un processo indiziario è importantissimo". In questo senso "l'orgoglio di Sorbara - ha spiegato - è un orgoglio autentico di partecipazione a una comunità calabrese che non ha il coronavirus e che" però "se parla di elezioni" è considerata "'ndrangheta". Per "i giovani il mio assistito è un'icona, piaccia o no, da cantoniere ha studiato" e si è realizzato come commercialista.
Sorbara "è stato intercettato per anni e l'accusa non è stata in grado di stabilire un certo, sicuro, contributo al sodalizio".
Secondo gli inquirenti in qualità di assessore alle Politiche sociali era la longa manus all'interno della giunta comunale di Aosta del ristoratore Antonio Raso, considerato un "esponente di vertice" della locale di 'ndrangheta aostana. Ma di intercettazioni in cui Sorbara diceva "'Raso succede questo, succede quest'altro', in anni di indagini ne avremmo dovute trovare migliaia", ha detto l'avvocato. Il legale ha citato alcune intercettazioni da cui emerge che "Raso non ha mai sostenuto Sorbara alle comunali del 2015", preferendogli altri candidati. Anzi, il suo problema durante quella campagna elettorale era invece che "i calabresi non lo votassero". Per Della Valle "l'istruttoria è un'insalata russa", dall'indagine Lenzuolo "giustamente archiviata e di cui qua si vuole fare la continuazione" a Tempus venit, "che ha riguardato un'estorsione", a Caccia grossa ("iniziata per cercare Mammoliti e poi si scopre Nirta, la storia romanzata lasciamola a Carofiglio") sino a Egomnia (in cui "non si conferiscono robusti elementi probatori").