La narrazione giornalistica della montagna dopo la tragedia della Marmolada è stata una "catastrofe" per le guide alpine e i rifugi alpini, "che hanno perso il 50%". Lo ha detto il presidente dell'Unione valdostana guide di alta montagna, Ezio Marlier, durante l'assemblea annuale.
"Il mondo della montagna - ha ricordato il presidente della Regione, Erik Lavevaz - cambia molto velocemente. Le nostre montagne, i nostri ghiacciai sono sentinelle particolarmente sensibili a questi cambiamenti" e di conseguenza anche il ruolo delle guide alpine "cambia".
"Sono contento - ha detto Martino Peterlongo, presidente delle guide alpine italiane - che ci sia in collegamento la ministra Santanché, che a breve intende aprire un tavolo per la regolamentazione delle professioni del turismo. Perché i problemi delle guide alpine non sono solo quelli delle guide della Valle d'Aosta o del Trentino, ma anche di quelle del Centro Sud Italia. E' una professione numericamente in crescita, siamo nati come professione estiva sulle alpi ma ora è all round".
"La montagna - ha sottolineato il presidente del Collegio nazionale dei maestri di sci, Beppe Cuc - ha la necessità di essere rilanciata nel modo giusto. Dobbiamo sviluppare attività complementari per i nostri giovani, il cui lavoro non può fermarsi a tre mesi l'anno".
Nel suo intervento, il presidente del Cai, Antonio Montani, ha detto: "Noi siamo disponibili a ragionare e collaborare in quegli ambiti dove non è facile dire bianco o nero, quindi essere attenti, ragionare, mediare. Quindi il Cai con la sua forza e i suoi numeri è a disposizione per mediare, deve esserci alleanza tra chi vive in montagna e chi vive in città, noi siamo qui per essere quel mediatore culturale".
"Siamo grati al governo italiano perché è la prima volta che si parla di montagna", ha aggiunto Ferruccio Fournier, presidente dell'Avif, in riferimento alla legge sulla montagna.