L'avvio della stagione invernale 2022-2023 ha sancito un ritorno alla situazione pre-pandemia in Valle d'Aosta ma gli operatori turistici - a partire da albergatori e società degli impianti di risalita - sono sempre più preoccupati dal caro bollette.
"Il 2022 è stato l'anno della ripresa dopo due anni di crisi Covid, un anno di speranza di esserne finalmente fuori. Speranza in gran parte vanificata - dice il presidente dell'Adava, Luigi Fosson, nel suo videomessaggio di fine anno - dalla guerra in Ucraina e delle sue conseguenze. Una su tutte la crisi energetica e la ricaduta sulle nostre bollette. Usciremo certo anche da questa ultima crisi ma siamo tutti piuttosto provati e preoccupati per i nostri bilanci. Per tutti noi gli utili sono fondamentali per continuare ad investire e mantenere e crescere nella qualità, ma quest'anno la falcidia energetica rischia di vanificare le nostre prospettive".
C'è preoccupazione per il futuro anche tra le società degli impianti di risalita, specie dopo un avvio di stagione segnato da un forte ricorso all'innevamento artificiale - con relativo impiego di energia - per garantire l'apertura delle piste di sci. "I costi per l'energia elettrica sono più che triplicati.
Nel nostro caso la previsione è di un passaggio da uno a oltre tre milioni di euro l'anno, con il 90% del fabbisogno che si concentra durante la stagione invernale", spiega all'ANSA Davide Vuillermoz, presidente della Pila spa. "Non possiamo fare altro che investire e andare avanti come abbiamo sempre fatto, ma siamo in attesa di un provvedimento serio, a livello centrale, che vada al più presto a calmierare il costo delle bollette".