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Due settimane di vignette umoristiche per il SI al referendum sulle trivelle

Due settimane di vignette umoristiche per il SI al referendum sulle trivelle

Prodotte per il Wwf da diversi cartoonist, tra cui Staino e Vauro

06 aprile 2016, 13:52

Redazione ANSA

ANSACheck

La vignetta di Vauro - RIPRODUZIONE RISERVATA

La vignetta di Vauro - RIPRODUZIONE RISERVATA
La vignetta di Vauro - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il ‘miracolo’ dell’acqua trasformata in vino ma inquinata dal petrolio: è la scelta fatta da Vauro nelle vignetta umoristica disegnata per il WWF per l’Operazione “Trivelle? Non fateci ridere” e lanciata oggi sul profilo Twitter dell’Associazione e sulla rete. Il Wwf ricorda come ogni anno vengano sversate tra le 100 e le 150mila tonnellate di idrocarburi per operazioni di routine nei nostri mari. In soli 22 anni, a causa di 27 gravi incidenti navali, sono finite nel nostro mare 270mila tonnellate di idrocarburi, ricorda il Wwf.

“Viviamo in acque agitate, le trivelle servono anche a confonderle” dice un signore ben vestito mentre sorseggia un drink immerso nel mare. E’ stata lanciata sui Social la prima delle 7 vignette umoristiche prodotte per il Wwf da diversi cartoonist, tra cui Staino e Vauro, che hanno prestato la loro creatività per sostenere le ragioni del SI promosse dal Wwf per il referendum sulle trivelle del 17 aprile.

Con lo slogan “Non fateci ridere” la ‘serie’ umoristica viene lanciata il primo aprile, nel giorno ‘simbolo’ dell’ironia e dello scherzo, e durerà per tutta la campagna referendaria. A fianco delle vignette il Wwf propone anche 5 ragioni del SI che smontano alcuni dei principali punti avanzati dal fronte del NO, come la sicurezza degli impianti, il rischio di inquinamento, la durata delle concessioni. La prima vignetta (in allegato) è firmata da Pietro Vanessi, pubblicitario, umorista, vignettista e illustratore e docente di Art Direction e Comunicazione presso lo Ied e che ha più volte collaborato con il Wwf. Tra gli amanti dei cartoon è conosciuto con la sigla PV.



LE 5 ‘BUFALE’ DA SMONTARE
1) Fronte del NO - la norma che si vuole abrogare consente solo ai giacimenti già esistenti entro le 12 miglia di continuare l‘attività produttiva sino all’esaurimento dei giacimenti.
Le ragioni del SI – la fascia offlimits delle 12 miglia è stata creata per difendere i nostri mari e le nostre coste e quindi è giusto che l’attività estrattiva termini quando finisce la concessione, come vuole l’Europa.

2) Fronte del NO – i nostri impianti industriali, progettati e realizzati dalla tecnologia italiana, sono tra i più sicuri al mondo.
La ragioni del SI - Il disastro del 2010 alla piattaforma petrolifera Deepwater Horizon ha provocato il più grave inquinamento marino mai registrato nei mari USA. Gli Stati Uniti sono notoriamente la prima potenza tecnologica su scala globale.

3) Fronte del NO – se vince il SI si dovrebbe interrompere l’attività estrattiva alla scadenza prevista dalla concessione, lasciando nel sottosuolo gli idrocarburi non ancora estratti.
Le Ragioni del SI - prolungare le concessioni oltre il termine dei 30 anni viola, semplicemente, le norme comunitarie ed è una bomba ad orologeria per l’ambiente.

4) Fronte del NO - attorno alle piattaforme c’è stato un ripopolamento della fauna marina e di alcune specie in estinzione.
Le ragioni del SI – L’onda nera del petrolio uccide pesci e cetacei e spezza il volo degli uccelli marini e soffoca di catrame i fondali e le coste, producendo per decine di anni effetti cancerogeni e mutageni. Anche durante l’attività di routine delle perforazioni petrolifere e a gas alto è l’inquinamento di sostanze chimiche dannose per tutti gli organismi viventi. Più che salvare le specie in estinzione, estinguono le specie.

5) Fronte del NO - E’ grave che a promuovere il referendum non siano stati i movimenti ambientalisti ma le Regioni che, come istituzioni, dovrebbero garantire lo sviluppo e l’occupazione.
Le ragioni del SI - Le Regioni hanno proposto i quesiti perché il Governo ha tentato in ogni modo di eludere le competenze concorrenti in materia energetica che sono riconosciute loro dalla Costituzione. Ed è la Corte Costituzionale che ha riconosciuto le loro ragioni. Sviluppo è anche la in difesa delle 60mila persone che lavorano nel settore della pesca e dei 47 mila esercizi del turismo costiero.

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