(ANSA) - CASERTA, 05 APR - Stato di agitazione degli agenti
del Reparto Nilo del carcere di Santa Maria Capua Vetere
(Caserta), reparto noto per le violenze ai danni dei detenuti
avvenute il 6 aprile del 2020. Lo comunicano due sigle
sindacali, la Fp Cgil e il Sindacato di Polizia Penitenzia. La
mobilitazione è iniziata ieri con "l'autoconsegna", forma di
protesta in cui gli agenti non smontano a fine turno rimanendo
in servizio oltre il normale orario di lavoro.
"La Sezione Nilo del carcere di Santa Maria Capua Vetere -
dice Orlando Scocca della Fp Cgil Campania per la Polizia
Penitenziaria - è diventata uno spazio al di fuori del
regolamento penitenziario. Si moltiplicano le manifestazioni
violente da parte dei detenuti, senza alcun provvedimento, sia
disciplinare che di spostamento in altre carceri. Per questo è
importante l'incontro, attualmente in corso, tra i poliziotti e
il provveditore regionali alle carceri Lucia Castellano". Mirko
Manna, della Fp Cgil nazionale, sottolinea come "il carcere di
Santa Maria Capua Vetere da anni subisce una gestione ed una
considerazione dal parte dell'amministrazione penitenziaria
regionale e nazionale a dir poco discutibile. Anche i recenti
distacchi di personale di Polizia Penitenziaria dalle carceri
del nord a quello di Santa Maria Capua Vetere, definiti
"temporanei", sembrano più che altro distacchi di favore che
hanno stravolto la graduatoria di assegnazione presso il carcere
casertano prevista dall'interpello nazionale, precludendo la
possibilità a chi era piazzato ai primi posti della graduatoria
di raggiungere finalmente una sede più vicina alla propria
famiglia".
Per Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato di
Polizia Penitenzia, "la protesta ha radici profonde ramificatesi
dagli eventi del 2020, e tocca problematiche che impattano sul
lavoro degli agenti, come la nota carenza di personale,
strumentazioni e mezzi. Ma gli agenti vogliono innanzitutto
liberarsi del cliché di 'torturatori seriali' di detenuti, e
rivendicano il riconoscimento di diritti loro negati. Da qualche
tempo sono rientrati in servizio agenti imputati nel processo e
sospesi per un anno e mezzo, da ultimo sono stati reintegrati in
sedici". (ANSA).