(ANSA) - NAPOLI, 11 APR - Un nonno, Omar, che una ragazzina,
Igiaba, conosce solo attraverso un sogno. Una storia, quella
della colonizzazione italiana tra fine Ottocento e prima metà
del Novecento. E lo snodarsi di avventure di una famiglia
costretta, come tante in fuga da guerre e violenze, alla
diaspora da un fenomeno, il colonialismo, 'che fa rima con
egoismo', dice in sogno nonno Omar alla nipote. Sono i
personaggi e i momenti storici salienti di Figli dello stesso
cielo (Piemme) di Igiaba Scego, scrittrice italo-somala, per
narrare il razzismo e il colonialismo ai più giovani. L'autrice
stessa ne parlerà giovedì 13 aprile (dalle ore 10.30, nella
Biblioteca Annalisa Durante ospitata nello spazio comunale
Piazza Forcella) incontrando ragazzi e docenti "per raccontare -
spiegano gli organizzatori - come una pagina triste della storia
italiana tra Ottocento imperialista e ventennio fascista, a
lungo negata, abbia ancora ripercussioni sulla quotidianità di
noi italiani". Tema di attualità che Scego affronterà anche
venerdì 14 aprile alle ore 16 (Sala Filangieri dell'Archivio di
Stato di Napoli), prima di presentare, il 15 aprile a Napoli
Città Libro, Salone del libro alla Stazione Marittima, il suo
nuovo romanzo Cassandra a Mogadiscio (Bompiani), che Jumpha
Lahiri ha candidato tra i finalisti al Premio Strega. Entra
così nel vivo Muta/menti per "adoleggenti", il per/corso
culturale − "informat(t)ivo, formativo, trasformativo e
performativo − di educazione alla lettura condivisa e
partecipata dal basso" curato dall'Associazione culturale
Kolibrì, in partenariato con molteplici enti e istituzioni, che
si avvale del finanziamento del Cepell (Centro per il libro e la
lettura del ministero della Cultura). Obiettivo, spiega la
presidente di Kolibrì, Donatella Trotta, "rimettere
concretamente al centro le comunità educanti per (ri)costruire,
in un momento di grave emergenza educativa, una società educante
fatta di corresponsabilità, cittadinanza attiva e coesione
sociale a partire dai più giovani". (ANSA).