(ANSA) - NAPOLI, 16 APR - Cosa può significare per una coppia
perdere un figlio e veder crollare tutto quello per cui avevano
combattuto, a causa della guerra, della violenza, della fede,
del sesso, del potere, della politica, della storia? Da questo
interrogativo muove 'Tender Napalm' di Philip Ridley, in scena
da giovedì 20 aprile alle ore 21 (repliche fino a domenica 23)
nel Teatro Elicantropo di Napoli, nell'adattamento e la regia di
Simona De Sarno. Presentato da VAN (Verso Altre Narrazioni) con
il patrocinio di Fondazione INDA di Siracusa e Accademia D'Arte
del Dramma Antico di Siracusa, l'allestimento, con la traduzione
di Laura Leonessa, vede interpreti Federica Cinque e Alessandro
Mannini.
Tender Napalm, si sottolinea, "esplora una realtà dal forte
impatto emotivo mescolata a immaginari di sesso, violenza e
fede, dove il vissuto dei personaggi s'intreccia con le loro
difficoltà, ma anche con la loro costante necessità di conoscere
e conoscersi. È un testo esplosivo e brutale che, attraverso un
linguaggio fortemente poetico, ripercorre il rapporto di un uomo
e una donna, la cui loro storia viene ricostruita nel corso del
dramma attraverso la loro memoria e la loro immaginazione. C'è
una costante miscela di tenerezza e violenza in Tender Napalm,
che fa immergere lo spettatore in scenari apocalittici, in
un'isola tropicale sconvolta dallo tsunami, minacciata da mostri
marini, alieni e scimmie".
I due s'incontrano nel modo più romantico che si possa
immaginare, ma s'intuisce, pian piano, il loro tentativo di
espiazione e catarsi, per evadere da un lutto che ha cambiato
totalmente le loro vite. "L'urgenza di mettere in scena un testo
così complesso e stratificato - sottolinea Simona De Sarno -
nasce dalla necessità di confrontarsi con un linguaggio
estremamente poetico e brutale, che scava nel rapporto di una
giovane coppia privata di qualunque speranza, dopo la morte
della loro figlia". L'idea di poter costruire una realtà nuova è
spesso minacciata dal timore che possa essere sottratta da un
momento all'altro. Il testo evidenzia, così, quanto sia
necessario partire da quello che si ha, o meglio, da quello che
ci è stato lasciato. (ANSA).