La situazione è tornata sotto controllo grazie alle trattative andate a buon fine. Sono tutti rientrati nelle loro stanze i detenuti protagonisti della rivolta nel carcere "Antimo Graziano" di Avellino, nella frazione di Bellizzi del capoluogo irpinosi. E' quanto si apprende da fonti del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, secondo cui la protesta avrebbe coinvolto in tutto una ventina di reclusi. A seguito della rivolta in cui i detenuti comuni, ristretti nella prima sezione al primo piano della casa circondariale, si sono asserragliati all'interno del carcere dopo aver distrutto suppellettili e arredi.
Le forze dell'ordine hanno hanno cinturato nel primo pomeriggio l'intera area esterna della casa circondariale e hanno avviato, in primis insieme con la direttrice dell'istituto, Concetta Felaco, delle trattative con i detenuti per convincerli a desistere, grazie alle quali la protesta è rientrata: lo rende noto la questura di Avellino. Il protocollo è scattato sotto il coordinamento del prefetto Paola Spena e del questore, Nicolino Pepe. Sul posto anche il procuratore capo di Avellino, Domenico Airoma. Dopo le notizie sulla rivolta, numerosi familiari degli ospiti del carcere sono giunti ad Avellino.
La causa della rivolta sarebbe una punizione per motivi disciplinari inflitta ad un detenuto della stessa sezione. Già ieri si erano verificate nel carcere alcune aggressioni contro agenti e contro il medico del penitenziario e i sindacati avevano rinnovato la richiesta al Dap di inviare ad Avellino un contingente dei reparti speciale del Gom per ristabilire "l'ordine interno da tempo messo in discussione e garantire la sicurezza del personale".
I detenuti con olio bollente
"Un intero Reparto detentivo, quello dei "comuni" - ala A e B -, sotto il pieno controllo dei detenuti, che si stanno organizzando con olio bollente ed altro materiale atto ad offendere e pronto ad essere usato contro il personale di Polizia Penitenziaria". Secondo quanto riferisce Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.
Le associazioni sindacali
Il segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria descrive così la situazione: "Da mesi, settimane, giorni denunciamo che il carcere è da tempo fuori controllo, e il Sappe proprio ieri era tornato a chiedere ai vertici dell'Amministrazione penitenziaria l'assegnazione urgente e straordinaria di un contingente del Gruppo Operativo Mobile (Gom) della Polizia Penitenziaria per fronteggiare le criticità operative del Reparto irpino, denunciate dal Sindacato in più occasioni e testimoniate anche dalla crescita esponenziale degli eventi critici tra le sbarre". "Il tempo delle chiacchiere è finito e questa è la pericolosissima situazione che stanno vivendo i colleghi nel carcere di Avellino", aggiunge. L'appello del Sappe al Ministro della Giustizia Nordio ed al Capo del Dap Russo è "assumere con urgenza provvedimenti straordinari per fronteggiare la situazione in atto e dare concreto supporto del personale della Casa circondariale. Ministero della Giustizia e Dap raccolgano i reiterati appelli del Sappe ad incrementare l'organico del carcere per meglio organizzare l'operatività del personale. Si dia concretamente da fare per predisporre ogni utile intervento a tutela dei poliziotti e degli altri operatori penitenziari. La richiesta di inviare a Avellino personale del Gom va in questa direzione".
"Hanno preso il controllo di tutto il Reparto situato al primo piano lato destro. Due Agenti della Polizia Penitenziaria sono rimasti feriti ed accompagnati in ospedale - spiega Orlando Scocca, FP CGIL Campania per la Polizia Penitenziaria- "Sembra che la scintilla che abbia scatenato i detenuti sia la contestazione da parte degli Agenti di Polizia Penitenziaria di alcuni provvedimenti disciplinari nei confronti dei detenuti che nei giorni scorsi hanno aggredito il personale penitenziario e danneggiato alcune celle e l'infermeria. L'ultimo evento proprio ieri quando un detenuto ha tenuto in ostaggio il dirigente medico in servizio nel penitenziario mentre un altro feriva due Poliziotti in un'altra ala del carcere". Mirko Manna, Nazionale FP CGIL Polizia Penitenziaria: "Denunciamo l'inerzia del Ministro e del Capo DAP dei quali, per altro non abbiamo notizia delle loro iniziative praticamente da quando si sono insediati se non un discorso di Giovanni Russo sui propositi che intendeva realizzare. Ci auguriamo che la rivolta rientri al più presto senza alcun altro ferito".
Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, rispettivamente presidente e segretario regionale del sindacato di polizia penitenziaria Uspp in una nota sottolineano come "I poliziotti penitenziari della Campania sono in uno stato di abbandono ed è inaccettabile l'inerzia dei vertici dell'amministrazione rispetto alle nefaste condizioni lavorative del personale: più volte abbiamo denunciato la situazione del carcere di Avellino dove oltre al sovraffollamento mancano 60 agenti dalla pianta organica". "Troppi infatti - proseguono i due sindacalisti - sono gli eventi critici verificatesi negli istituti di pena: più volte abbiamo denunciato l'emergenza e il silenzio assordante di cui spesso vengono lasciati gli agenti. Sono loro gli unici a pagare lo stato di abbandono delle carceri". Il sindacato Uspp chiede "un protocollo operativo di intervento al personale di polizia penitenziaria chiamato a fronteggiare quotidianamente la situazione di emergenza con poche unità, mezzi e modalità di intervento".
"Quanto accaduto all'interno del carcere di Avellino non solo era prevedibile, ma era stato previsto". Così Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa, il sindacato confederale della Polizia penitenziaria che lo scorso 17 febbraio, dopo un sopralluogo nel carcere avellinese, aveva chiesto e ottenuto dal Dap, l'invio di alcune unità per rinforzare l'organico in servizio ridotto all'osso. "Una coperta che resta sempre troppa corta quella del personale -aggiunge De Fazio- visto l'organico in servizio sottostimato di 18 mila unità a fronte di gravi disordini che si verificano quotidianamente nei quasi duecento penitenziari italiani". La situazione di Avellino è aggravata, secondo De Fazio, dalla "mancanza di un Comandante titolare della Polizia penitenziaria e da un organico al di sotto delle duecento unità che deve fronteggiare oltre cinquecento detenuti con equipaggiamenti e strumenti che spesso costituiscono un miraggio". La Uilpa chiede provvedimenti immediati e il varo di un decreto carceri del governo per l'adozione di immediate misure di sicurezza.
Voci dalla politica
Interviene sulla vicenda Toni Ricciardi, deputato irpino del Pd, che chiede chiarimenti: "Nordio venga immediatamente a riferire alla Camera sui fatti di Avellino. Mi pare evidente che il Ministro debba spiegazioni su ciò che è accaduto nel carcere di Avellino. Un fatto grave".