(ANSA) - NAPOLI, 18 MAG - "C'è ormai il sospetto che lo stato
di abbandono in cui versano i penitenziari della Campania, e non
solo, sia giunto a un punto di non ritorno che coinvolge tutti".
Così, in una nota, il sindacalista Luigi Castaldo del CON.SI.PE
Polizia Penitenziaria commenta la rivolta dei detenuti scoppiata
ieri nel carcere di Avellino.
"Auspichiamo - prosegue Castaldo - che questi episodi non
vengano più sottovalutati da chi ha l'onere e la responsabilità
di dare una risposte: il nostro pensiero va soprattutto ai due
poliziotti feriti e al dottore sequestrato da ristretti
facinorosi".
Per Castaldo "si è giunti al capolinea: da tempo rivendichiamo
l'atavica carenza di organico quantizzabile in circa 1000 unità
solo per la Campania che convive con un sovraffollamento delle
strutture per oltre il 30% della popolazione detenuta". "Tutto
questo crea un ingolfamento del sistema - ricorda il
sindacalista - che mette a repentaglio la sicurezza di chi tutti
i giorni con spirito di sacrificio e alto senso del dovere si
ritrova in prima linea per pochi spiccioli, tra l'altro con un
contratto bloccato da 500 giorni che non rispetterà le
indicazioni dell'Istat".
"È giunta l'ora di dimostrare che lo Stato c'è, - conclude
Castaldo - la politica deve lanciare un segnale chiaro e forte
affinché sia dato prestigio e onore a un Corpo dello Stato da
tempo abbandonato". (ANSA).