(ANSA) - CASERTA, 23 MAG - Si presentavano agli imprenditori
chiedendo il pizzo "per gli amici di Casal di Principe" o per "i
carcerati", ma si accontentavano anche di essere pagati in
mozzarelle di bufala e altri generi alimentari, quasi come
facessero la spesa, e alla fine sia i soldi e che le derrate se
li tenevano, e nulla veniva dato ai carcerati o versato in una
qualche cassa comune del clan. E' quanto emerso dall'indagine
dei carabinieri di Casal di Principe, coordinata dalla Direzione
Distrettuale Antimafia di Napoli, che ha portato in manette, su
ordine del Gip del tribunale di Napoli, dieci persone per
estorsione aggravata dal metodo mafioso, cinque finite in
carcere e altrettante ai domiciliari. Tra gli arrestati un ruolo
di primo piano è quello del 54enne Mario De Luca (finito in
carcere), già arrestato in passato per collusione con il clan
dei Casalesi, figlio di un elemento di spicco del clan
Bidognetti; con Mario è finito in carcere il nipote 42enne
Raffaele Antonio mentre per il fratello di Mario, il 46enne
Antonio, sono stati disposti i domiciliari. E' stato Mario De
Luca a creare il gruppo approfittando anche dell'assenza sul
territorio di un clan di riferimento, essendo i Casalesi e le
varie fazioni ridotte ai minimi termini per arresti e
pentimenti.
A colpire gli inquirenti è stata soprattutto la circostanza
che De Luca e gli altri indagati arrestati abbiano commesso
estorsioni continuate, cioè con cadenza quasi quotidiana e non
alle scadenze di Pasqua, Natale e Ferragosto, a piccole attività
commerciali non in grado di pagare il "canonico" pizzo, in
particolare ad un minimarket e ad un caseificio, da cui De Luca
e complici avrebbero prelevato costantemente generi alimentari e
confezioni di mozzarella di bufala, creando un danno anche
maggiore alle vittime. In totale, è emerso dalle indagini, sono
sei le estorsioni consumate tra Casal di Principe, Teverola,
Frignano, San Cipriano d'Aversa, Marcianise e Castel Volturno, e
nessuna delle vittime ha denunciato. (ANSA).