(ANSA) - AVELLINO, 24 MAG - Colpevoli di omicidio
premeditato. La Corte d'Assise di Avellino presieduta da
Gianpiero Scarlato ha condannato a 24 anni di reclusione
ciascuno Elena Gioia e Giovanni Limata, i due ex fidanzatini di
Avellino che il 23 aprile 2021 accusati di aver ucciso Aldo
Gioia, il padre di lei, che si opponeva alla loro relazione.
Secondo quanto è stato ricostruito, l'uomo, 53 anni,
dirigente di un'azienda metalmeccanica di Avellino, fu colpito
da tredici coltellate da Giovanni Limata, all'epoca dei fatti
23enne, mentre si era appisolato sul divano di casa in corso
Vittorio Emanuele, ad Avellino.
La sentenza, emessa dopo poco meno di due ore di camera di
consiglio, ha fatto proprie le richieste formulate dal pubblico
ministro, Vincenzo Russo.
L'omicidio di Aldo Gioia è stato uno dei casi di cronaca nera
che ha destato più scalpore negli ultimi decenni a Avellino. I
due fidanzati, Elena era diventata da poche settimane
maggiorenne, avevano progettato anche l'uccisione della madre e
della sorella di Elena, Liana Ferraiolo e Emilia Gioia. Furono
proprio loro, richiamate dalle urla di Aldo Gioia che cercava di
difendersi, a mettere in fuga Giovanni Limata. Il giovane
originario di Cervinara (Avellino), era stato fatto entrare in
casa da Elena che dopo aver depositato la spazzatura nell'atrio
del palazzo, lasciò il portone aperto.
La difesa di Elena Gioia, rappresentata dall'avvocato Livia
Rossi, stamattina nelle sue conclusioni aveva chiesto alla Corte
"una condanna giusta, ma non pene esemplari per soddisfare la
piazza mediatica" e di escludere l'aggravante della
premeditazione. L'avvocato Rolando Iorio, difensore di Giovanni
Limata, contestando la perizia del tribunale che ha accertato la
capacità di intendere e di volere dei due imputati, aveva
invocato la non imputabilità del suo assistito e, in
alternativa, il minimo della pena. Entrambi gli imputati non
erano in aula al momento della lettura della sentenza. (ANSA).