"Io avevo una Glock però poi ci
sono andato a scuola perché lo avevo visto in un film americano
[...] io sono andato con un multitool con coltello, rischiato
molto di andare al minorile [...] Io portavo quello a scatto nel
giubbino". Sarebbero alcune delle frasi postate nelle chat su
Telegram finite nel mirino della Polizia Postale - che ha
perquisito le abitazioni di otto minorenni - e da cui emerge,
secondo le indagini, che alcuni dei ragazzi avrebbero riferito
di aver portato a scuola armi, vere o a salve.
Le perquisizioni sono state eseguite nelle città di Avellino,
Lecce, Milano, Pisa, Sassari, Nuoro e Treviso a seguito
dell'individuazione di alcuni spazi Telegram utilizzati da
adolescenti per condividere le loro esperienze su armi
(prevalentemente da taglio, a salve o da softair) ma anche
esplosivi artigianali, come le 'molotov'.
Il fenomeno dei siti e più di recente delle chat in cui
giovani e giovanissimi parlano di come fare 'trap' (piccoli
ordigni artigianali) o anche delle molotov, è noto da anni, ed è
andato aumentando con l'avvento delle 'repliche' (pistole con le
stesse misure, pesi e materiali di quelle vere ma non
funzionanti) e con le armi da softair, di libera vendita, spesso
esibite come trofei in foto e video. "Al momento dalle indagini
non emerge se abbiano fatto solo affermazioni o realmente avuto
quei comportamenti - spiegano alla Polizia Postale - ma alcune
perquisizioni hanno dato esito positivo, dato che nelle loro
abitazioni sono stati trovati coltelli, armi giocattolo,
tirapugni e altro materiale". Ora sarà l'autorità giudiziaria
per i minorenni a valutare se e quali provvedimenti adottare.
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