(ANSA) - NAPOLI, 30 NOV - Dal prossimo 19 dicembre, ma si
intravede una proroga del termine, solo le pizzerie che
rispettano il disciplinare Stg (Specialità Tradizionale
Garantita) potranno chiamare il proprio prodotto Pizza
Napoletana. Tutte le altre saranno solo generiche pizze. È
questo lo scenario che si prospetta alla luce della
pubblicazione avvenuta il 28 novembre scorso nella Gazzetta
Ufficiale dell'Unione Europea del Regolamento che riporta
l'iscrizione della pizza napoletana nel registro delle
Specialità Tradizionali Garantite con riserva del nome.
In altri termini, chi ha la certificazione Stg potrà fregiarsi
del nome. Una ipotesi che, di fatto, rischia di generare un
paradosso, e cioè che qualunque pizzaiolo d'Europa certificato
Stg possa sfornare e servire pizza napoletana mentre quelli
napoletani, non dotati della certificazione, non possano farlo.
La novità legislativa potrebbe quindi avere un grande impatto su
pizzerie e ristoranti di tutta Europa: solo il prodotto conforme
al disciplinare di produzione registrato con il marchio di
Specialità Tradizionale Garantita (STG) potrà chiamarsi pizza
napoletana. In sostanza l'Stg se ben utilizzato dai pizzaioli
campani potrebbe essere un indubbio punto di forza, un po' come
per altri versi avvenuto con le Dop. Se preso sottogamba,
invece, potrebbe tradursi in una difficoltà per gli esercenti.
In proposito Sergio Miccú, presidente dell'Associazione
Pizzaiuoli Napoletani, ha indetto per il prossimo 19 dicembre
alle ore 10 all'hotel Oriente di Napoli una assise del mondo
pizza perché si faccia fronte comune.
"Si tratta - dice Miccú - di un momento fondamentale per il
mondo della pizza. Dalla decisione del mondo associativo e
imprenditoriale dipenderà in gran parte il futuro della pizza
napoletana. Mi farebbe piacere che le associazioni e i
pizzaiuoli fossero dalla stessa parte. Senza dubbio occorrono
una riflessione comune e una decisione unitaria". (ANSA).