(ANSA) - NAPOLI, 16 GEN - Glioblastoma multiforme: nuove
speranze di cura per il tumore cerebrale più aggressivo (noto
anche con la sigla Gbm), un tipo di cancro per il quale i malati
non possono ancora contare su terapie chemio mirate ed efficaci.
Parliamo di una neoplasia maligna che colpisce la Glia, ovvero
la sostanza bianca del cervello, che svolge funzioni nutritive e
di sostegno dei neuroni assicurando la corretta propagazione
dell'impulso nervoso.
Il progetto di ricerca neuro-oncologico, denominato "Gliomas"
(Proncipal Investigator Alberto de Bellis), avviato in
concomitanza della pandemia Covid-19, coordinato e finanziato da
Maria Rosaria Maglione Foundation Onlus (organizzazione
non-profit per le Neuroscienze con sede a Napoli) ha dimostrato
e identificato un nuovo asse genetico-molecolare nel
Glioblastoma multiforme. Lo studio, condotto su 37 pazienti
arruolati all'unità operativa complessa di Neurochirurgica
dell'azienda ospedaliera S. Anna e S. Sebastiano di Caserta
diretta da Pasquale De Marinis, in collaborazione con Maria
Giuseppina Miano dell'Istituto di Genetica e Biofisica "Adriano
Buzzati Traverso" del Cnr (Consiglio nazionale delle Ricerche di
Napoli) ha identificato due gruppi di pazienti identificati con
la sigla KDM5C High e KDM5C Low. Il nuovo asse genetico scoperto
è dunque correlato alla carenza di ossigeno (ipossia) del
micro-ambiente neoplastico e alla probabile regolazione di un
fattore di crescita tumorale Bdnf (brain-derived neurotrophic
factor) o fattore di crescita neurotrofico cerebrale. Entrambi
(ipossia e fattore di crescita neurotrofico cerebrale)
potrebbero funzionare da promotori della proliferazione
incontrollata. Il gene regista è stato identificato in KDM5C -
Jumonji-C family gene), una sorta di sensore dell'ossigeno e che
regola anche inibendolo, il promotore BDNF tumorale. Funzione
che fino ad ora era sconosciuta nel Glioblastoma. Una
disfunzione in questo nuovo asse genetico identificato, potrebbe
dunque essere alla base dello sviluppo dell'ipossia e della
mancata inibizione del promotore in una cascata di
interrelazioni che sfociano nella crescita incontrollata della
Glia.
Grazie all'utilizzo della chirurgia guidata dalla fluorescenza
(5-ALA), un amminoacido marcatore captato dalle cellule
neoplastiche del Glioblastoma, lo studio ha evidenziato inoltre
che l'espressione dei geni esaminati è strettamente correlata al
grado di captazione del tracciante 5-ALA. "I risultati ottenuti
aprono quindi la strada per utilizzare la chirurgia guidata
dalla fluorescenza (5-ALA), non solo per una resezione
chirurgica più ampia e mirata ma anche per identificare il
profilo di eventuali espressioni genetiche nel micro-ambiente
neoplastico" spiega de Bellis.
Lo studio è stato oggetto di pubblicazione sulla prestigiosa
rivista scientifica peer reviewed International Journal of
Molecular Science, nel numero speciale - Glioblastoma:
Recapitulating the Key Breakthroughs and Future Perspective.
Link per consultare il lavoro pubblicato:
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36142158/
https://www.mdpi.com/1422-0067/23/18/10250
La Fondazione che ha coordinato e finanziato il progetto di
ricerca con una borsa di studio in memoria di "Francesco Mazza"
(Titolare: Denise Drongitis). Anche durante la pandemia -
spiegano gli autori - nonostante le notevoli difficoltà del
caso, le attività di ricerca della Fondazione non si sono mai
fermate. I nostri obiettivi di ricerca sono mettere sotto la
lente nuovi ed ipotetici marcatori di malattia associati al
Glioblastoma multiforme, un tumore aggressivo caratterizzato da
scarsa sopravvivenza dopo la diagnosi (12-16 mesi). Un tumore a
crescita rapida. Tuttavia esistono gruppi di pazienti con un
tasso medio di sopravvivenza che va oltre l'intervallo di tempo
massimo previsto e questo sarebbe da mettere forse in relazione
alla funzione del nuovo gruppo di geni identificati dallo
studio. L'originale ricerca apre la strada a nuove frontiere di
studio e a potenziali nuovi bersagli terapeutici mirati. (ANSA).