DEMOCRATICI
BARACK OBAMA, L'UOMO DELLE SFIDE IMPOSSIBILI
di Cristiano Del RiccioE' sempre stato l'uomo delle sfide impossibili. La sua vita, avventurosa come un romanzo, e' stata dominata da due parole, audacia e speranza, che inseguono costantemente Barack Hussein Obama, l'uomo che sogna di diventare il primo presidente nero degli Stati Uniti. L'audacia di scelte rischiose ha accompagnato tutte le svolte della sua vita. Laureato ad Harvard, rifiuto' le offerte lucrose degli opulenti studi legali di New York per lavorare invece di fatto gratis per i poveri di Chicago. Qui capi' che per cambiare veramente le cose non bastava l'impegno sociale. Sconsigliato da tutti, si candido' prima al Senato dell'Illinois (nel 1996) e quindi al Congresso Usa (nel 2004) lanciandosi in battaglie politiche che sembravano disperate: ma ogni volta riusci' a sgominare gli avversari, a volte con l'aiuto della fortuna, ottenendo molto piu' voti del previsto.
E audace ai limiti dell'incoscienza sembro' anche la decisione, dopo solo tre anni di esperienza a Washington come senatore, di candidarsi alla Casa Bianca puntando sul messaggio accorato del superamento della politica di divisione. Unmessaggio vissuto sulla pelle da Barack Obama - figlio di un musulmano del Kenya e di una ragazza bianca del Kansas, nato alle Hawaii e cresciuto in Indonesia - divenuto l'incarnazione di un'America multicolore tenuta finora sempre all'esterno di una Casa Bianca sinora dominio esclusivo dei bianchi.
A porlo sulla mappa politica degli Stati Uniti e nel cuore della gente fu uno straordinario discorso alla Convention Democratica del 2004, basato su un appello intenso all'America a mettere da parte le divisioni artificiali per vivere insieme il sogno comune di un paese piu' giusto e piu' libero. Un discorso, intitolato 'L'Audacia della Speranza', dove l'idealismo di stampo kennediano era accompagnato da una oratoria alla Martin Luther King, capace di far venire la pelle d'oca.
Per Obama quel discorso fu il biglietto da visita, il salto di qualita' a politico di livello nazionale. Per gli americani e per i media fu la scoperta di un leader carismatico dal messaggio penetrante e dall'oratoria trascinante. 'Quest'uomo potrebbe candidarsi alla presidenza nel 2012 o nel 2016'', scrisse il giorno dopo un politologo, con tono ammirato, senza immaginare di sbagliare per eccesso. Obama decise infatti di bruciare le tappe. Ancora una olta. ''Sono un grande giocatore di poker'', ammette. Gli amici confermano. Ma il suo talento per il rischio calcolato non e' limitato al tavolo verde. E stavolta la posta in gioco e' davvero grossa: la Casa Bianca.
Nato il 4 agosto 1961 a Honolulu (Hawaii) da un padre nero (giunto negli Usa dal Kenya con una borsa di studio) e da una madre bianca (nata in Kansas e poi trasferita nelle Hawaii con i genitori) Barack Hussein Obama ha vuto una infanzia tormentata: a due anni ha perso la figura del padre (andato via da casa per studiare ad Harvard), a sei anni e' finito in Indonesia (col nuovo marito della madre), a dieci anni e' tornato da solo nelle Hawaii per vivere con i nonni materni. E' un periodo di confusione e di ricerca di identita'. ''Vivevo in una famiglia bianca, ma mi chiamavo Barack ed ero nero: alle Hawaii non passavo inosservato'', ricorda. Da adolescente si ubriaca, fuma marijuana e prova anche la cocaina.
Si ribella contro una societa' che non lo accetta: di nero il giovane Obama, cresciuto in una famiglia arcobaleno, ha solo il colore della pelle. E' molto bravo a scuola: entra alla Columbia University a New York, lavora come assistente sociale a Chicago, viene accettato alla prestigiosa Harvard Law School (dove diventa il primo afro-americano presidente della prestigiosa rivista Harvard Law Review). Rifiuta le offerte d'impiego delle corporation di New York per tornare a Chicago per inseguire una missione sociale e anche l'amore: qui vive infatti Michelle Robinson, la ragazza che dopo un paio di anni diventera' sua moglie e la madre delle loro due bambine, Malia e Natasha. A Chicago svolge opera di assistenza legale per i poveri ed insegna legge.
Ma l'attivita' di quartiere lo confina, i suoi obiettivi sono piu' ambiziosi. Nel 1996 viene eletto al Senato dell'Illinois. Nel 2000 si candida al Congresso Usa come deputato ma viene battuto. Nel 2004 ci riprova, stavolta per il Senato Usa, e vince alla grande diventando il quinto senatore nero nella storia del Congresso americano. Nel 2007 alza il tiro candidandosi alla Casa Bianca dopo un tour 'esploratorio' per l'America che suscita accoglienze da superstar. L'annuncio ufficiale della candidatura alla presidenza arriva il 10 febbraio dalla stessa piazza davanti al Campidoglio di Springfield (Illinois) dove Abramo Lincoln quasi 150 anni prima aveva pronunciato uno storico discorso sulla necessita' di restare uniti. Un simbolismo perfetto. Proprio su questa piazza e' tornato sabato per presentare all'America il suo vice, il senatore Joe Biden, e per lanciare lo sprint finale verso la Casa Bianca.
BIDEN, VETERANO CON VITA SEGNATA DA TRAGEDIE
di Alessandra BaldiniUn veterano della politica Usa, un ascoltato esperto di affari internazionali; un uomo giudicato simpatico da tutti, capace di fare terribili gaffe ma in grado di superare una serie di terribili tragedie: questo e' in stretta sintesi Joe Biden, il senatore del Delaware scelto da Barack Obama come vice del ticket democratico per la Casa Bianca.
Sessantacinque anni di cui 35 al Senato, un veterano maestro nei dibattiti: il nuovo vice di Obama deve riportare all'ovile le pecorelle democratiche smarrite per l'esclusione di Hillary Clinton, l'ex first lady battuta alle primarie da Obama.
Da sempre, il senatore ha il pallino della politica estera, e le sue posizioni sono ascoltate, come e' successo per l'ex Jugoslavia e piu' recentemente per la Georgia. E' un po' particolare la sua posizione sull'Iraq: Biden non appoggio' la prima guerra del Golfo, ma diede il via libera a quella in Iraq, prima di prendere posizioni decisamente critiche.
Joe Biden e' nato in una famiglia irlandese e cattolica a Scranton in Pennsylvania, la grigia citta' delle miniere di carbone feudo della Clinton (suo nonno veniva da li'), ma da quando aveva dieci anni vive nel Delaware, lo stato dove anche oggi torna ogni sera a Wilmington, finito il lavoro a Capitol Hill. Pur essendo un cattolico, il senatore e' favorevole all'aborto, ed appoggia le pena di morte.
Da ragazzo Joe era balbuziente, soprannominato 'Dash' (trattino) perche' non finiva le frasi, ma si e' guarito da solo esercitandosi davanti a uno specchio. Suo padre, ricco e scapestrato da giovane, aveva subito rovesci finanziari: quando Joe era piccolo era costretto a lavorare sette giorni su sette vendendo auto da un concessionario, pulendo caldaie, passando la domenica dietro un banchetto di cianfrusaglie al mercato, un po' come il papa' del protagonista del Cacciatore di Aquiloni.
Tre tragedie segnano la vita di Biden. La prima l'ha raccontata lui stesso agli studenti della Iowa University lo scorso dicembre, quando era ancora in corsa per la nomination alla Casa Bianca: ''Ero stato eletto al Senato a 29 anni il 7 novembre 1972. E il 18 dicembre di quell'anno mia moglie e i miei tre bambini erano andati a comprare l'albero di Natale. Un camion, con un autista che aveva bevuto il suo pranzo anziche' mangiarlo li ha investiti. Mia moglie e mia figlia di 13 mesi sono morte sul colpo. I due maschi sono finiti in ospedale. Sembravano condannati alla sedia a rotelle, per fortuna stanno bene''.
Il maggiore, Beau, ha 38 anni: procuratore del Delaware e capitano della Guardia Nazionale, sta per partire per l'Iraq. Il minore, Hunter, ha 37 anni e fa l'avvocato. Biden ha una figlia di 25 anni dalla seconda moglie Jill, sposata nel 1977 nella Chiesa delle Nazioni Unite a New York.
Ma in quel tragico inverno del 1972 il giovanissimo senatore era a pezzi e i suoi colleghi si chiedevano quanto avrebbe resistito in politica. Dopo esser passato dall'ospedale alle pompe funebri, Biden prese allora la decisione che continua a mantenere: sarebbe tornato ogni sera a Wilmington, tre ore di treno ogni giorno, per stare con i figli.
Anche oggi il senatore e' una figura popolare al vagone ristorante della linea Amtrak e ogni Natale organizza una festa viaggiante per i dipendenti delle ferrovie.
Biden e' presidente della Commissione Esteri del Senato, i leader di mezzo mondo lo chiamano per consigli. Per dirla con Hillary, e' pronto ''dal primo giorno'' e ''alle tre di notte'' se dovesse squillare il telefono rosso delle crisi internazionali.
A Obama (che aveva solo 11 anni quando Biden entro' al Senato) porta un'enorme esperienza, un'intelligenza acuta e un cuore sincero. L'incidente in cui e' morta la moglie gli ha insegnato ''a non lasciare mai cose inespresse'', ama spiegare lo stesso senatore.