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Cofferati lascia il Pd e attacca, incognite sul dopo

Sel: candidati con noi. I civatiani: da ora lavoriamo a nuova lista

Sergio Cofferati lascia il Pd, di cui è stato uno dei fondatori, attacca i vertici accusandoli di non avere detto nulla "sull'inquinamento delle primarie della Liguria da parte del centrodestra" e nel partito si infiamma la polemica, che fa riaffacciare anche lo spettro della scissione a sinistra. E se fonti interne al partito descrivono un Matteo Renzi che invita a mantenere "calma e gesso", il vicesegretario Lorenzo Guerini dice che la scelta, "inspiegabile", "può danneggiare il Pd in una fase delicata" e gli chiede di ripensarci. Il presidente della Liguria Claudio Burlando, sostenitore della vincitrice Raffaella Paita, lancia l'allarme: "Se non si ritrova unità si possono perdere le elezioni liguri". Ma Sel lancia già l'amo: "Se Cofferati dovesse rendersi disponibile per una candidatura, lo sosterremmo".

E, in serata, i civatiani liguri avvertono: non voteremo Paita ("in realtà è lei ad aver cambiato la posizione del partito") e lavoriamo per un'altra lista. Cofferati è duro. "Le primarie sono state irregolari - dice in una conferenza stampa affollata - una parte in cui ci sono fascisti non pentiti è intervenuta in casa dell'altro per proporre o imporre un modello di governo, non mi sorprende che lo proponga quella parte, inaccettabile è il silenzio del mio partito. Esco, per me è un dolore, ma non fondo un altro partito. Farò un'associazione culturale". Per Cofferati "il tema etico e politico centrale" è l' infiltrazione del centrodestra. Le irregolarità che hanno spinto i garanti ad annullare il voto in 13 seggi - senza peraltro cambiare l'esito favorevole a Paita con 3.600 voti di differenza su 55 mila - sembrano legati a errori procedurali più che a un inquinamento da parte di "poveri elettori stranieri portati in gruppo a votare" come osserva Cofferati. I garanti parlano di seggi aperti in anticipo, mancato pagamento di due euro, una scheda fotografata da un elettore, mancate firme di presidenti di seggio sulle schede. "Ma quando avrò i verbali dei seggi sono pronto a portarli in Procura - avverte - se nel mancato rispetto delle regole emergeranno elementi che configurano un reato non lo deve dire il Comitato, ma la magistratura".

Sulla scelta di Cofferati il partito si divide. "L'ho sentito questa mattina - dice Guerini - invitandolo a riflettere. Gli ho chiesto di lavorare insieme per una proposta di governo per la Liguria e il colloquio si era chiuso in maniera pacata e credo positiva, ma poi Sergio ha annunciato la scelta che rispetto ma non condivido". "Non posso credere che Cofferati oggi disconosca la storia del suo partito e umili il lavoro dei militanti", afferma Debora Serracchiani. Che aggiunge: "Non si può dire: se vinco resto, se perdo me ne vado". Bisogna saper perdere, attaccano renziani come Andrea Marcucci e Ernesto Carbone.

Pippo Civati, che da tempo evoca lo spettro della scissione a sinistra, invita invece a riflettere: "il caso Cofferati non è un caso. Il Pd imbarca con orgoglio la destra e perde molti elettori, tra i quali Cofferati. Diciamo che si tratta di un voto di scambio, come tanti in questi giorni: dentro la destra, fuori la sinistra". I segretari liguri e genovesi del Pd Lunardon e Terrile, che hanno sostenuto Cofferati, parlano di "dolore e disagio che non è solo di Cofferati".

Ma Sel è già pronta a correre con Cofferati: "Qualunque sia la forma con cui Cofferati decidesse di partecipare a una prospettiva per la Liguria sarebbe benvenuta. Se dovesse mai decidere di rendersi disponibile per una candidatura alla Regione, saremmo ben felici di sostenerlo", dichiara il coordinatore nazionale Nicola Fratoianni.

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