Dopo il 18enne Lorenzo Parelli, morto schiacciato in fabbrica, un altro giovanissimo, appena 16 anni, è morto in un incidente stradale mentre era impegnato in un apprendistato nell'ambito di un corso professionale di termoidraulica.
Il mezzo è finito fuori strada contro un albero a Serra de' Conti in provincia di Ancona in orario di lavoro. Chi guidava è rimasto ferito.
La Procura della Repubblica di Ancona aprirà un fascicolo per omicidio stradale in relazione alla morte di Giuseppe Lenoci, il 16enne del Fermano morto ieri in un incidente stradale mentre era in viaggio a Serra de' Conti (Ancona) nell'ambito di uno stage con una ditta di termoidraulica. La pm Serena Bizzarri è ancora in attesa della relazione dei carabinieri sul sinistro e al momento non intende chiedere l'autopsia. Il magistrato non si è pronunciato, ma dovrebbe procedere nei confronti del conducente del furgone aziendale finito fuori strada, un dipendente 37enne della ditta rimasto ferito.
Il ragazzo, Giuseppe Lenoci, originario di Monte Urano (Fermo), viaggiava al posto del passeggero ed ha subito il maggiore impatto contro l'albero. Giuseppe è morto sul colpo. Il conducente, un uomo di 37 anni, è stato invece sbalzato via dall'abitacolo, finendo a a vari metri di distanza dal mezzo. Sul luogo sono intervenuti i vigili del fuoco, che hanno estratto il corpo del ragazzo dalle lamiere, la polizia locale di Serra de' Conti, i carabinieri e il 118. Il 37enne è stato trasportato all'ospedale di Torrette di Ancona in gravi condizioni. Avrebbe compiuto 17 anni a maggio Giuseppe Lenoci, morto mentre era in viaggio a Serra de' Conti nell'ambito di corso di accompagnamento al lavoro, che prevedeva una parte di lezioni in aula e una parte pratica come stage presso un'azienda. Corsi organizzati da enti di formazione del territorio e finanziati dalla Regione Marche, si apprende da fonti dell'ente regione.
"Esprimo il mio più profondo dolore e vicinanza alla famiglia". Così il Ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi dopo aver appreso la notizia della morte del giovane Giuseppe Lenoci."La sicurezza sul lavoro deve essere sempre garantita, a maggior ragione quando sono coinvolti dei ragazzi in formazione. Su questo abbiamo già avviato un confronto con il Ministro del Lavoro Orlando e messo a ragionare i nostri tecnici. Credo sia urgente ritrovarci anche insieme alle Regioni per un percorso che porti a una maggiore sicurezza in tutti i percorsi di formazione dove sono previsti contatti dei nostri giovani con il mondo del lavoro".
Ancora uno studente vittima durante uno stage. Dopo il 18enne Lorenzo Parelli, morto schiacciato in fabbrica, un altro giovanissimo, appena 16 anni, è morto in un incidente stradale mentre era impegnato in un apprendistato nell'ambito di un corso professionale di termoidraulica. Uno schianto tremendo contro un albero che non ha lasciato scampo al ragazzino di 16 anni originario di Monte Urano, nel Fermano: l'incidente è avvenuto al Serra de' Conti, in provincia di Ancona. Il conducente del furgoncino della ditta, presso la quale il giovane svolgeva lo stage, è rimasto ferito. Lo studente, Giuseppe Lenoci, è morto sul colpo a causa delle gravissime lesioni riportate mentre l'uomo alla guida, 37 anni, è stato sbalzato dall'abitacolo, finendo a vari metri di distanza dal mezzo. Le indagini ora dovranno appurare la dinamica dell'incidente. Sul luogo sono intervenuti i vigili del fuoco, che hanno estratto il corpo del ragazzo rimasto incastrato tra le lamiere, la polizia locale di Serra de' Conti, i carabinieri e il 118. Il 37enne è stato trasportato all'ospedale di Torrette di Ancona in gravi condizioni. Giuseppe Lenoci frequentava un corso di accompagnamento al lavoro, che prevedeva una parte di lezioni in aula e una parte pratica con uno stage presso un'azienda. Si tratta di corsi organizzati da enti di formazione del territorio e finanziati dalla Regione Marche. L'incidente mortale ha riaperto le polemiche sull'alternanza scuola lavoro, oggetto della mobilitazione studentesca delle ultime settimane seguita alla morte di Parelli colpito da una trave d'acciaio in una fabbrica a Lanuzacco (Udine) dove stava svolgendo un periodo di apprendistato. "Quello che sta succedendo in Italia è sotto gli occhi di tutti. Questa è la scuola che hanno voluto governi e padroni. Sappiamo cosa fare, nessuno ha più scuse - afferma in una nota il Fronte della Gioventù Comunista - Il 18 febbraio gli studenti saranno in piazza in tutta Italia contro alternanza, maturità e repressione subita", dichiara Lorenzo Lang, Segretario Nazionale del Fronte della Gioventù Comunista. E Luca Redolfi, coordinatore nazionale dell'Unione Degli Studenti, ricorda anche "la lunga lista di morti sul lavoro causati da un sistema malato, volto solamente al profitto: vogliamo sicurezza dentro e fuori le scuole, vogliamo che l'alternanza scuola-lavoro e gli stage vadano aboliti a favore dell'istruzione integrata". "Ci chiediamo quanti altri studenti e giovani debbano morire prima l'idea di un sistema unicamente volto al profitto e allo sfruttamento, cambi, una volta per tutte", conclude Redolfi. "Non è possibile morire di lavoro a 16 anni, questo evidentemente ci deve far interrogare profondamente non solo sul rapporto fra scuola e lavoro, ma anche su quanto ci sia urgenza in questo paese di risolvere il problema della sicurezza sul lavoro", dichiara la Rete degli Studenti. Interviene anche il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, che si chiede: "Che deve succedere perché si prenda atto che il sistema attuale non funziona?". "Il ministero ascolti gli studenti - conclude il vicepresidente della commissione cultura di Montecitorio - che si mobilitano e chiedono di fermare questo cortocircuito continuo tornando ad investire pienamente sulla Scuola". E l'Usb torna a chiedere la fine "dell'alternanza scuola lavoro, della scuola azienda, e la revisione totale dei modelli della formazione professionale questa specie di serie B dell'ingresso nel mondo del lavoro riservata ai ragazzi che alle medie ricevono il bollino 'scarso', il 6 o giù di lì, e per questo vengono gettati nel calderone del lavoro non qualificato. Un calderone in cui sguazzano le aziende che piegano la formazione alle loro esigenze, con tutto quel che ne consegue per la sicurezza e la salute dei giovani". Il piccolo centro di Monte Urano è sconvolto dalla morte del giovane. La sindaca Moira Canigola "parla di immane tragedia, ora bisogna fermarsi e riflettere". Il ministro dell'Istruzione Bianchi, appresa la notizia, ha lasciato un convegno al quale stava partecipando.
"È morto un altro studente in stage, in provincia di Ancona. Aveva 16 anni. Non è passato neanche un mese dalla morte di Lorenzo Parelli", afferma in una nota il Fronte della Gioventù Comunista. "Quello che sta succedendo in Italia è sotto gli occhi di tutti. Questa è la scuola che hanno voluto governi e padroni. Sappiamo cosa fare, nessuno ha più scuse. Il 18 febbraio gli studenti saranno in piazza in tutta Italia contro alternanza, maturità e repressione subita", ha dichiarato Lorenzo Lang, Segretario Nazionale del Fronte della Gioventù Comunista, tra i promotori delle proteste studentesche di queste settimane. "Attendiamo la prossima conferenza della Lamorgese - conclude - in cui ci spiegherà di nuovo che queste morti simboleggiano la ripresa del paese, o parlerà ancora di fantomatici infiltrati nelle proteste degli studenti".
"Questa morte si aggiunge a una lunga lista di morti sul lavoro e all'interno delle scuole morti causati da un sistema malato, volto solamente al profitto. Esprimiamo solidarietà e vicinanza alla famiglia, i compagni di scuola e gli amici del ragazzo". Lo afferma Luca Redolfi, coordinatore nazionale dell'Unione Degli Studenti. "Vogliamo sicurezza dentro e fuori le scuole - continuano gli studenti - vogliamo che l'alternanza scuola-lavoro e gli stage vadano aboliti a favore dell'istruzione integrata che metta in critica il sistema produttivo attuale per costruire dai luoghi della formazione un modello diverso di società". "Ad una settimana dalla morte di Lorenzo Parelli, durante l'alternanza scuola lavoro, ci troviamo di fronte ad un'altra morte in un luogo di lavoro, dove uno studente non dovrebbe stare. Ci chiediamo quanti altri studenti e giovani debbano morire prima l'idea di un sistema unicamente volto al profitto e allo sfruttamento, cambi, una volta per tutte", conclude Redolfi.