"La guerra è un modo di risolvere
i problemi di relazione in cui l'uomo regredisce al livello
degli istinti animali più bassi ed immediati: aggressività,
paura, prepotenza, scontro fisico. La guerra inizia quando non
si parla più e finisce quando si ricomincia a dialogare". Lo
dice il vescovo di Macerata Nazzareno Marconi in un messaggio
sula guerra in Ucraina, "rivolto a tutti e non solo ai
cristiani". "Tutti sanno che relazionarsi attraverso il
linguaggio è ciò che ci fa umani - aggiunge -, e dialogare per
trovare soluzioni insieme è 'ragionare', ciò che ci rende esseri
ragionevoli e non bestie. Per questo la Costituzione della
Repubblica Italiana dice all'Articolo 11: 'L'Italia ripudia la
guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli
e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali'".
"Per questo - prosegue il presule - il cammino più certo per
allontanarsi dalla guerra, lo stile con cui si combatte davvero
una mentalità bellica è governare i propri istinti, ascoltare le
parole degli altri e crescere nella conoscenza reciproca".
Mons. Marconi ricorda la giornata di "preghiera, digiuno e
carità proposta dal papa, "che è un uomo saggio" per il 2 marzo,
Mercoledì delle Ceneri: "è un messaggio che mi sembra valga per
tutti. Invito, anche chi non crede, a vivere almeno un giorno
impegnandosi a coltivare nel cuore 'pensieri di pace e non di
sventura'. Digiunare è dire dei 'no' ai propri istinti e alle
proprie passioni ed emozioni, anche a quelle lecite, per
reimparare ad essere persone: ragionevoli e non istintive,
pazienti e non emotive, attive e non solo reattive. Così si
diventa operatori di pace a partire dal proprio intimo. Solo con
persone così può nascere un popolo pacifico, una nazione
operatrice di pace, relazioni internazionali più giuste e
sagge". Infine il prelato cita "uno slogan degli anni '60: il
contrario della guerra è l'amore. Ciò che fa realmente finire
una guerra non è trattare una pace qualsiasi, che potrebbe
essere solo la preparazione di una nuova guerra, ma iniziare a
vivere secondo una logica di dono, di dialogo, di accoglienza,
di valorizzazione dell'altro".
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