Il direttore amministrativo della Fondazione orchestra sinfonica siciliana, Massimo Provenza, ha messo in nota spese per l'ente un conto pagato in un ristorante romano di 699 euro. Oltre al cibo prelibato ha pagato tre bottiglie di vino 156 euro e tre bicchieri di distillato 15 euro l'uno.
Il manager, che guadagna circa 3300 euro al mese, si è auto liquidato la somma con un ordine di pagamento firmato anche dal sovrintendente Antonio Marcellino e dal presidente Stefano Santoro protocollato l'11 settembre scorso. Qualcuno dalla Regione siciliana, che deve controllare la fondazione, ha fatto notare la fattura pesante - peraltro in un ente che non naviga nell'oro e che ha dovuto ricorrere a un prestito della Regione per coprire il buco di 7 mln - a Santoro. Il presidente ha disposto il rimborso della somma da parte di Provenza che è già avvenuto attraverso bonifico.
Alla Foss sono arrivati tre ispettori inviati dalla Regione dopo le relazioni dell'ex commissario ad acta Giovanni Riggio. Sotto la lente degli ispettori vi sono diverse vicende spinose. La Foss nel 2018 su 10,69 milioni di euro di entrate ha incassato dai biglietti e delle visite guidate solo 630 mila euro. Il dato è contenuto nell'esposto che Riggio ha trasmesso alla procura della Corte dei conti, dopo avere consegnato la relazione, lo scorso marzo, all'attuale Cda per il normale passaggio di consegne. Dai dati si evince che la Fondazione orchestra sinfonica siciliana si regge in piedi solo grazie ai contributi pubblici: la maggior parte li versa la Regione, 8,1 milioni di euro. Dal Mibac, l'anno scorso, sono stati assegnati 1,2 milioni, 648.308 dal Furs, 41.499 da altri. Gli incassi al botteghino sono stati pari a 518.364,63 euro, mentre 112.123 euro dalle visite guidate, di quest'ultimi il 50% e' andato alla società affidataria del servizio.