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Circonvenzione Lollobrigida, 'da Piazzolla opera di suggestione'

Circonvenzione Lollobrigida, 'da Piazzolla opera di suggestione'

Lo scrive il Tribunale di Roma in motivazioni condanna a 3 anni

ROMA, 07 agosto 2024, 15:56

Redazione ANSA

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Andrea Piazzolla, l'ex factotum di Gina Lollobrigida, ha "posto in essere in danno" della grande attrice "una articolata e potente opera di suggestione e di induzione sfociata nella nomina ad amministratore unico" di una società, "nella delega ad operare su tutti i conti correnti e nell'ampio mandato fiduciario ad amministrare ed implementare il suo patrimonio attraverso la compravendita e la locazione finanziaria di veicoli e gli altri investimenti che avesse reputato profittevoli". Lo scrive il tribunale monocratico di Roma nelle motivazioni della sentenza con cui il 13 novembre scorso ha condannato Piazzolla a 3 anni di carcere per l'accusa di circonvenzione di incapace per aver sottratto beni dal patrimonio dell'attrice.
    Per il giudice "dal complesso degli elementi di prova raccolti, in ordine ai rapporti personali ed economici intercorsi fra la persona offesa e l'imputato, emerge con chiarezza l'assoluta irrazionalità degli atti di disposizione patrimoniale posti in essere dalla prima in favore del secondo".
    Piazzola aveva sviluppato con Lollobrigida "già a partire dall'anno 2010 e via via più significativamente, fino alla situazione di convivenza sotto lo stesso tetto protrattasi fino al decesso della persona offesa, un rapporto molto stretto, quotidiano, prolungato ed esteso ad ogni ambito della vita di quest'ultima". L'ex collaboratore ha indotto l'attrice "a compiere in favore suo e dei suoi genitori - scrive il giudice - senza la prescritta forma dell'atto notarile alla presenza di due testimoni, importanti donazioni di denaro del tutto sproporzionate ai meriti ricompensati determinanti un progressivo, significativo assottigliamento della sua ricchezza mobiliare e effettuate senza curarsi dell'adempimento di obbligazioni contratte verso terzi per importi elevatissimi, nonché ad affidargli la gestione dell'intero suo patrimonio senza svolgere alcun effettivo controllo sulla bontà e convenienza delle operazioni compiute".
    I legali di parte civile, gli avvocati Michele e Alessandro Gentiloni Silveri, si dichiarano "soddisfatti per l'attenzione e la precisione con cui il Tribunale, dopo un'accurata istruttoria, ha ricostruito i fatti ed attribuito a Piazzolla le gravi responsabilità di quanto compiuto, per anni, in danno di Gina Lollobrigida e dei suoi più stretti affetti".
   

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