(di Flaminia Bussotti) E'
planato sul maxischermo della Berlinale "Fifty shades of Grey",
50 sfumature di grigio, il film di Sam Taylor-Johnson tratto dal
libro scandalo di E. L. James, presentato oggi nella sezione
Berlinale Special. Grande l'attesa con arrembaggio alla sala e
gente rimasta senza posto accovacciata per terra. Scandalo sotto
le aspettative, sotto comunque il livello bestseller di E. L.
James da cui e' tratto. In sala arriverà domani, in Italia con
1000 copie, un record.
Le dimostranti scese in piazza in America per boicottare
l'uscita del film, ritenuto una istigazione alla violenza,
possono (in parte) tranquillizzarsi. Eccetto un paio di scene un
po' hard (niente in confronto al vecchio De Sade), il film non
e' particolarmente crudo(s'e' visto di peggio al Festival). Alla
fine l'onore della donna e' riabilitato.
Le 50 sfumature non sono altro che i 50 modi di fare sesso
del signor Christian Grey. Sesso sadomaso. Interpreti due
promettenti newcomer, che migliore promozione non si potevano
sognare che questo film dal richiamo planetario. Dakota Johnson,
nei panni di Christian, un giovane fusto palestrato, ricco
sfondato, imprenditore di successo con pochi scrupoli, abituato
a ottenere sempre quello che vuole e per giunta molto sexy. E
Jamie Dornan, nei panni di Anastasia, una studentessa di
letteratura prossima alla laurea, inesperta di sesso (e' ancora
vergine), innocente e bella come una venere. I due si conoscono
quando lei lo va a intervistare per il giornale universitario
per conto di un'amica malata. E' attrazione fatale. Lei sogna
l'amore, lui mette in chiaro di non essere un romantico e non
essere interessato all'amore: niente cene, dates, fiori, baci: a
lui interessano altre cose. Lei e' sognatrice e fragile, lui
determinato e 'bossy', ma e' proprio qui che i due fatalmente si
incontrano.
Lei rifugge le perversioni ma le accetta per scoprire il lato
oscuro di lui. Anche se non si decide a firmare un contratto che
lui le sottopone, che stabilisce la sua condizione di schiavitu'
e sottomissione completa, Anastasia si lascia convincere a
provare le sue pratiche sessuali: camera di tortura,
armamentario sadomaso completo di fruste, corde, manette ecc.
Vuole capire fino a dove lui si spingera' nel farle male, per
capire capire i limiti del suo amore, e capire anche quanto lei
sia disposta ad accettare questi suoi limiti. L' esperimento
funziona in parte per entrambi:lei scopre il confine labilissimo
fra piacere e dolore, lui, anche se cerca di reprimerlo, deve
fare i conti con un sentimento che se amore non e', gli si
avvicina molto. Finale a sorpresa, che raddrizza la prospettiva,
e riscatta la figura della donna.
Bravi entrambi gli attori: lui e' il perfetto stereotipo
dell'americano di successo (magari con qualche scheletro
nell'armadio che prima o poi lo farà finire sul lettino di
qualche strizzacervelli). Lei, corpo statuario, occhi grandi
come due fari color cobalto, e' l' incarnazione della brava
ragazza americana, ingenua, di principi che alla fine, fra il
bene e il male, non ha dubbi su quale strada imboccare.
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