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La Fortezza Europa e i giovani bene, la realtà a Venezia

La Fortezza Europa e i giovani bene, la realtà a Venezia

Tra la Polonia di Holland e Enea di Castellitto con Porcaroli

VENEZIA, 06 settembre 2023

dell'inviata Alessandra Magliaro

ANSACheck

Lexus al Festival del Cinema di Venezia, i red carpet della settima giornata (Enea) © ANSA/Lexus/Getty Images

Lexus al Festival del Cinema di Venezia, i red carpet della settima giornata (Enea) © ANSA/Lexus/Getty Images
Lexus al Festival del Cinema di Venezia, i red carpet della settima giornata (Enea) © ANSA/Lexus/Getty Images

Il film che ti strappa il cuore e ti fa vergognare di come vanno le cose nella Fortezza Europa che fa razzismo accogliendo i profughi ucraini e respingendo tra il filo spinato bielorusso quelli siriani e africani violando i diritti umani e il film che racconta la generazione al massimo che si sballa per sentirsi viva, affamata di tutto: a Venezia 80 l'attenzione è sulle due opere del concorso, opposte eppure rappresentative del contemporaneo. Il toccante film di Agnieszka Holland Green Border, girato clandestinamente dal 2021 al confine tra la sua Polonia e la Bielorussia, e l'attesa opera seconda del giovane Pietro Castellitto Enea. Fuori concorso c'è Hit Man di Richard Linklater che ha fatto la fila fuori la sala e gli applausi alla fine, mentre emoziona, sempre fuori concorso, il documentario testamento di Ryuchi Sakamoto - Opus con l'opera musicale del grande compositore giapponese morto a marzo. 

 


    "Gangster movie senza la parte gangster, film di genere senza genere", Castellitto va per spiazzamenti, costruisce una storia originale, ironica, sopra le righe ma profondamente rivelatoria di una certa gioventù, quella dei festoni, dello sballo, della coca e dei circoli esclusivi. È il regno di Enea (lo stesso Castellitto), di professione istruttore di tennis, imprenditore con il socio aviatore (Giorgio Quarzo Guarascio) di un ristorante di sushi a Roma Nord, partner di spaccio e legami con la malavita locale. Tutto griffato, traffica in un mondo di lusso cui appartiene, imprenditore del benessere estremo suo e degli altri. Poi a casa dialoga con i genitori borghesissimi, il padre psicologo (Sergio Castellitto), la madre conduttrice di una rubrica di libri in tv (Chiara Noschese), il fratellino studente (Cesare Castellitto). E ad una festa conosce una ragazza bellissima di cui si innamora (Benedetta Porcaroli).

 

 



    Dopo l'esordio premiato dei Predatori, il 31enne figlio d'arte cerca conferme con questo film che ha tra i padrini anche Luca Guadagnino, produttore per Frenesy insieme a Lorenzo Mieli per The Apartment (gruppo Fremantle) e che Vision Distribution farà uscire in sala il 25 gennaio.
    Per Pietro Castellitto, che del film è protagonista, regista, autore della sceneggiatura, "Enea è un eroe romantico. È un desiderio non elitario quello di sentirsi liberi, trasversale a tutti i giovani, in qualunque città del mondo, in qualunque quartiere ed epoca - sottolinea - la sua famiglia è borghese? Si ma non è apatica, è piena di umanità. Enea vive il paradosso tragico per cui uno la vita la sente meglio se sta in guerra, e lui e il suo amico si inventeranno la loro guerra". Raccontando "il desiderio di sentirsi vivo penso ad un sentire proprio della mia generazione, dei giovani oggi. E se magari i ristoranti, i posti che frequenta possono essere elitari, la vitalità non lo è, è incorruttibile".

 

 



    Tutt'altra situazione in Green Border che segue da diverse angolazioni - una famiglia siriana e una donna di Kabul, gli attivisti, le guardie di confine - quello che accade e facciamo finta di non vedere al confine polacco-bielorusso dove i migranti vengono letteralmente rimpallati con violenza da una parte all'altra, usati come proiettili viventi in una guerra ibrida e sconvolgente in cui la polizia polacca ci fa vergognare sommamente. "L'Europa - dice Holland a 30 anni dal suo film Europa Europa - ha paura di sfidare la crisi dei migranti. Alla fine il continente della libertà e della democrazia rischia di scomparire se continua nelle sue scelte di oggi: diventerà una fortezza dove la gente verrà uccisa da noi europei. L'esperienza della seconda guerra mondiale, l'olocausto, il pericolo del totalitarismo è stato messo a dormire, è scomparso dall'agenda europea, ma non è affatto sparito il pericolo di tutte queste cose. In un mondo polarizzato - sottolinea ancora la regista - anche i media lo sono. Da quando il governo ha chiuso le zone intorno alla frontiera non è stato più possibile documentare nulla di quello che accade lì. Nessuno ha protestato e i media hanno accettato di non andare più in quella zona incubo. La nuova Europa ha paura, sta perdendo le convinzioni politiche e i populisti come anche lo stesso Putin hanno capito questi punti deboli e cavalcano questa paura". A fine conferenza la regista, dopo aver letto una nota sulle vittime delle migrazioni nel silenzio colpevole di tutti - dal 2014 sono 60.000 - ha chiesto un minuto di silenzio ai giornalisti. Il film ha già una distribuzione italiana, Movies Inspired. 
   

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