Nessun dietrofront, nessun margine di trattativa evidente, nessun chiarimento in vista delle alleanze alle future Regionali. A 24 ore dal 'muro contro muro' nell'Aula di Palazzo Madama Sel e Pd sono ancora più distanti. E la prospettiva di correre assieme alle Regioni, a partire da quelle in Emilia-Romagna e Puglia, sembra traballare sempre più tanto che, dopo le parole del Democrat Luca Lotti, che metteva in dubbio future alleanze, è Nichi Vendola a rincarare la dose: "la rottura unilaterale del Pd porterà delle conseguenze".
Il governatore della Puglia oggi ha fatto tappa a Roma, prima alla Camera, poi al Senato, dove ha voluto "tirare le fila" delle 'barricate' innalzate sulle riforme dai 'suoi' sette senatori. Nessun ammorbidimento, quindi, e l'ulteriore consapevolezza - è il tam tam che si ribadisce negli ambienti Sel - che "la trattativa, Renzi, non l'ha mai voluta aprire". Parole che non coincidono con la visione dei Democrat. "Sel si fermi, la proposta di dialogo è sul tavolo", ribadiva questa mattina il senatore Andrea Marcucci. Mentre, secondo fonti parlamentari Pd, il leader di Sel sarebbe stato 'avvicinato' da alcuni 'emissari', bersaniani, che gli avrebbero ricordato le recenti aperture di Renzi sulle soglie dell'Italicum. Parole alle quali, riferiscono le stesse fonti, Vendola avrebbe replicato sottolineando la volontà di andare fino in fondo, anche fino al voto, da attuarsi con un proporzionale puro come il Consultellum.
Al di là dei contenuti di un'ipotetico dialogo, non sembra, comunque, esserci nessun cedimento da parte dei 'vendoliani': la trincea è pronta, sempre al Senato, anche sulla legge elettorale. Una trincea sulla quale Sel peraltro non avrà il sostegno, dalla Camera, dei 'miglioristi' della corrente 'Led', ormai prossimi al Pd. Che lo strappo sulle riforme abbia delle conseguenze sui territori è ormai ben più che un rischio, con le assemblee Sel regionali e locali da giorni in fibrillazione. Sono di ieri le dimissioni dei dirigenti 'vendoliani' di Siena mentre in Emilia-Romagna, l'assemblea Sel ha votato un documento non certo 'aperturista' sulle primarie con il Pd. Primarie che, invece, in Calabria si faranno e includeranno il candidato 'vendoliano' Gianni Speranza, anche se c'è da giurare che la competizione con i due concorrenti Pd, Oliviero e Callipo, si farà ben più serrata.
E più di un punto interrogativo adombra soprattutto le primarie in Puglia, dove Vendola si gioca una partita-chiave e dove il senatore Dario Stefano, oggi, ha confermato la sua candidatura chiedendo di separare gli attriti sulle riforme dall'obiettivo di tenere unito il centrosinistra pugliese, ma allo stesso tempo, avanzando un sospetto: "C'è da chiarire se la provocazione di Lotti non sia pretesto perché il Pd apra ad alleanze diverse".
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