Un trolley con i libri di
scuola, un orsacchiotto, una busta con qualche vestito di
ricambio. E' tutto ciò che Ivanna, 31 anni, e le sue bimbe
Vladyslava e Alina, cinque e sette anni, nella fretta della fuga
dall'invasione russa sono riuscite a racimolare dalla loro casa
di Ivano Frankivsk, nell'ovest dell'Ucraina. Tra i primi
profughi giunti in Italia in pullman, da domenica, dopo un
viaggio estenuante di quasi 48 ore, mamma e figlie sono ad
Arrone, dove hanno raggiunto il compagno della donna, Volodymyr,
e la madre di questi, Giulia. "Ma la speranza è di rimanere qui
per poco. Vogliamo tornare a casa, alla nostra normalità" dice
all'ANSA Ivanna, che fino a venerdì mattina lavorava come
commessa in una macelleria della sua città.
Quando le sirene antiaeree hanno iniziato a suonare e il
titolare del negozio ha chiuso l'attività, in poche ore la
giovane - che recentemente ha anche perso madre e padre per il
Covid - è riuscita a salire su un mezzo diretto in Italia
insieme alle bimbe. "Abbiamo dovuto aspettare ore prima di
partire, nascosti nel pullman, nel mentre sentivamo il rumore
dei missili intorno a noi" racconta ancora Ivanna. Poi altre 17
ore di attesa alla frontiera, prima di poter lasciare il Paese
insieme a tante altre donne, bambini e anziani. Fino all'arrivo
ad Arrone.
Nella casa centro umbro, la tv è accesa 24 ore su 24 sul
canale ucraino. Ora si attendono gli sviluppi dei negoziati.
"Siamo stressati, agitati" dice Volodymyr. "La bambina più
grande - continua - ha voluto portare con sé i libri perché dice
che deve studiare e tornare a scuola, la più piccola mi chiede
'è vero che non mi abbandoni?'. E quando vede i carri armati
alla tv e mi chiede perché bruciano, io gli dico che si sono
rotti. Non vogliamo dirle tutto, cerchiamo di non farle capire".
Nessuno in famiglia al momento lavora e ad Arrone è intanto
partita una vera e propria gara di solidarietà per aiutare
Ivanna e le sue figlie. "In qualche modo ce la faremo ad andare
avanti" assicura Giulia.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA