"E' stato come un terremoto, un boato che mi ha alzato da terra. Poi, mentre fuggivo, mi sono trovato davanti Todita, che chiedeva aiuto, e ha fatto in tempo a dirmi che sotto c'era l'altro collega". E' il drammatico racconto dell'incidente di ieri alle Acciaierie Venete di Gianni Gallo, uno degli operai che si sono salvati. "Non dimenticherò mai come li ho visti: sembravano 'fusi' - aggiunge - il calore tremendo gli aveva lasciato addosso solo le scarpe e brandelli dei pantaloni".
Gianni Gallo, 47 anni, da 25 impiegato alle Acciaierie Venete, dove è anche delegato Fiom, è ancora scosso. "L'unica cosa che vorrei - dice - è rivedere i miei colleghi, bere un caffè con loro, non voglio altro". "Al momento dell'incidente - racconta - mi trovavo sul piano di colata, quasi all'altezza della siviera. Quando è caduta ci siamo sentiti mancare la terra sotto i piedi. Un fortissimo boato, e fuoco dappertutto". "Sono subito scappato lungo la via di sicurezza - prosegue - e scendendo le scale mi sono trovato davanti Todita. Ho iniziato a trascinarlo per portarlo al sicuro. A quel punto è riuscito a dirmi che c'era un secondo operaio a terra, 'c'è anche Bratu, aiutalo...'. Così dopo averlo lasciato in infermeria sono tornato indietro. Con un altro collega, non ricordo chi, abbiamo trovato anche Bratu. Prendendolo assieme sottobraccio lo abbiamo portato in infermeria. Nel frattempo, i medici del Suem, al telefono con l'azienda, avevano consigliato di metterli subito sotto le docce e l'abbiamo fatto. Urlavano dal dolore".(ANSA).