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ANSAcom - In collaborazione con EIIS
Per fare buone partnership per la sostenibilità due cose devono rimanere fuori "l’ego e il logo". È questa una delle lezioni emerse all'European innovation for sustainability summit ospitato dall’European institute of innovation for sustainability (Eiis), in collaborazione con il Fondo internazionale dello sviluppo agricolo (Ifad) delle Nazioni unite e con il supporto istituzionale del Parlamento Europeo. I due giorni dell'evento, a Roma a Palazzo Orsini Taverna, hanno rappresentato "un punto d'incontro molto importante tra settore privato, istituzioni, governi e politica. L'obiettivo era capire come si fanno le partnership", secondo il direttore generale di Eiss, Andrea Geremicca. "Le aziende e le istituzioni coinvolte hanno raccontato come loro stanno portando avanti questi progetti e si è iniziato a descrivere la roadmap di alcune collaborazioni, tra anche filiere completamente diverse", afferma Geremicca. È questo il caso della Rainforest Alliance, presentato dal fondatore Daniel Katz, che riunisce comunità agricole e forestali, aziende, governi, società civile, individui e certifica oltre 50 mila prodotti come sostenibili. I relatori sono stati circa 80 da tutto il mondo, tra questi il presidente di Ifad Alvaro Lario, la vice presidente della Banca Europea per gli Investimenti Gelsomina Vigliotti, Jeffrey Sachs della Columbia University e lo chef Bruno Barbieri. Flaminia Catteruccia, professoressa della T.H. Chan School of Public Health di Harvard, ha presentato le nuove strategie allo studio per combattere la malaria. Grande la partecipazione del pubblico, composto anche di molti giovani. "Sono arrivate più di 3000 persone in questi due giorni. Invitiamo tutti i nostri alunni dell’European institute of innovation for sustainability, che sono circa 4000 da 102 Paesi, a partecipare non come ascoltatori ma come attori di cambiamento. Non possiamo parlare di future generazioni - conclude Geremicca - senza coinvolgerle". Eiis ha un approccio alla formazione challenge-based. "Tutti i nostri corsi - spiega il direttore generale - partono da una sfida concreta che aziende e organizzazioni partner dell’istituto stanno affrontando. Mettiamo insieme 60 persone circa per ogni corso, le dividiamo in gruppo e, per tutta la durata del master, loro proveranno a risolvere quella sfida, incontrando 60-70 diversi esperti. Alla fine del corso, presenteranno le loro soluzioni all'azienda o all'organizzazione partner che deciderà se implementarne una o addirittura avviare una collaborazione".
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