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L'auto cala in Italia, vendite 2024 a quota 1,5 milioni

L'auto cala in Italia, vendite 2024 a quota 1,5 milioni

Il mercato perde lo 0,5%, Stellantis il 9,9%. Timore per le multe Ue

TORINO, 04 gennaio 2025, 09:21

Claudia Tomatis

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© ANSA/EPA

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 La crisi dell'auto non tocca solo l'Italia, nemmeno soltanto l'Europa, dove pure c'è qualche eccezione. Arriva fino alla Tesla, che nel 2024 ha fatto registrare il primo storico calo delle vendite: poco meno di 1.800.000 veicoli venduti, (-1,1% rispetto al 2023). Le auto a emissioni zero che l'Unione europea vorrebbe tra una decina d'anni sembrano lontane dal rimpiazzare del tutto i veicoli di oggi, non solo in Italia, dove nel 2024 le immatricolazioni sono state 1.558.704, lo 0,5% in meno del 2023, ma il 18,7% rispetto agli anni precedenti al Covid. Contando solo dicembre il dato è di 105.715, il 4,93% in meno dello stesso mese dell'anno precedente.


Stellantis non fa eccezione: ha immatricolato in Italia nel 2024, secondo le elaborazioni di Dataforce, 452.615 auto (-9,9% sul 2023) e la quota di mercato si è attestata al 29%, in calo del 3% rispetto al 2023. A dicembre 2024 le vendite del gruppo in Italia sono state di 24.411 auto (-18,1% sullo stesso mese del 2023), con una quota del 23,1% (-3,7% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente). Tra i marchi, Fiat ha registrato un -41,1% di immatricolazioni a dicembre rispetto allo stesso mese del 2023, ma resta leader per le vendite in Italia contando l'intero anno, con 143.867 auto, comunque con un calo percentuale a due cifre rispetto al 2023.
La Panda, prodotta a Pomigliano rimane la vettura preferita dagli acquirenti italiani, con oltre 4.500 immatricolate nel solo dicembre e con circa 100.000 in tutto l'anno. Fiat Professional resta anche il miglior brand nei veicoli commerciali con oltre 46.000 immatricolazioni e una quota del 23,6%: in particolare la leadership assoluta è del Ducato, con poco meno di 20.000 vendite, prodotto nello stabilimento di Atessa. Jeep conferma l'ottava posizione nel ranking assoluto con una quota di mercato del 4,4%, grazie soprattutto all'Avenger: il suv disegnato a Torino è il più venduto in Italia e anche primo nel segmento B-suv, sia a dicembre, sia nei dodici mesi del 2024, con una marketshare del 9%. È pure il terzo modello in assoluto più venduto in Italia e nella top 5 tra tutti i modelli 100% elettrici del mercato.

Secondo i dati provvisori forniti dall'Anfia, tra i marchi Fiat nel 2024 hanno venduto molto meno del precedente anno Maserati, con un calo che supererebbe il 40%, Lancia, Ds e Alfa Romeo. Quanto ai gruppi esteri, Volkswagen ha visto un aumento dello 0,6% di immatricolazioni in Italia nel 2024 rispetto al 2023, con oltre 260mila auto vendute, Renault una crescita sopra il 10%, con quasi 185.000 auto immatricolate e Toyota quasi il 26% in più sul 2023, con quasi 130.000 auto vendute. In calo di quasi il 16% Ford, che non è arrivata a 69.000 immatricolazioni.

In Spagna invece l'anno appena concluso ha visto il mercato in ripresa, superando il milione di veicoli venduti e con un aumento del 7,1% rispetto al 2023. Le vendite di auto e fuoristrada si sono avvicinate ai livelli pre-Covid del 2019, anno in cui si commercializzarono 1,25 milioni di unità. In Italia invece no, le immatricolazioni del 2024 sono il 18,7% in meno del 2019. E le prospettive per il 2025 non sembrano rosee, non senza qualche cambio di rotta. "Invece di irrogare multe miliardarie, l'Unione europea - sostiene Gian Primo Quagliano, presidente del centro studi Promotor, che analizza l'andamento per i concessionari - dovrebbe prevedere aiuti alle case automobilistiche tali da compensare i danni prodotti dalla politica adottata dall'Unione nella transizione energetica".

Le aziende della filiera italiana, attraverso l'Anfia, pensano a un 2025 difficile, ma mettono più speranze sul 2026, parlando di "un divario enorme tra i veicoli venduti e quelli prodotti a livello nazionale" per l'Italia. Per l'associazione delle case automobilistiche estere che operano in Italia, l'Unrae, "la transizione verso una mobilità a zero emissioni non mostra segni di accelerazione: anche il 2024 risulta un anno sprecato". "Non possiamo accettare che una politica frammentaria e scoordinata, a livello sia europeo che italiano, si trasformi in un peso economico così penalizzante per i costruttori" dichiara il presidente Michele Crisci. 

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