"La produzione energetica è responsabile di 2/3 delle emissioni di gas serra, ma al mondo 759 milioni di persone non hanno accesso all'energia elettrica, e 2,6 miliardi non hanno sistemi puliti per cucinare. Dobbiamo tagliare drasticamente le emissioni, ma dobbiamo anche fornire a tutti entro il 2030 energia pulita ed affidabile". Lo ha detto stamani alla Cop26 di Glasgow la rappresentante speciale dell'Onu per l'energia sostenibile, Damilola Ogunbiyi.
Ci sono prove che indicano che l'obiettivo di rimanere entro +1,5 gradi centigradi entro fine secolo sarà probabilmente mancato, ma anche se lo centriamo alcuni impatti del cambiamento climatico sono già irreversibili e ci accompagneranno per molti decenni. Quindi occorre adattarsi. Lo afferma l'Agenzia per l'ambiente dell'Onu nella sesta edizione dell'Adaptation Gap Report 2021: The Gathering Storm (Rapporto 2021 sul gap di adattamento: la tempesta in arrivo) presentato alla Cop26 in cui rileva che le politiche di adattamento ai cambiamenti climatici stanno crescendo ma i finanziamenti e l'attuazione sono molto indietro.
Le politiche di adattamento prevedono interventi prioritari in vari settori (ad esempio dalla gestione del territorio a livello naturalistico a quella dei sistemi idrici, dalle mappe di pericolosità a maggior verde in città contro il caldo eccessivo) per prevenire e contenere i danni provocati dagli eventi meteo estremi causati dai cambiamenti climatici; le politiche di mitigazione, invece, puntano a ridurre l'emissione dei gas serra. Il rapporto fornisce un aggiornamento sullo stato globale e sui progressi del processo di adattamento attraverso tre elementi: pianificazione, finanziamento e attuazione. L'Unep ricorda che "il 2021 è stato l'anno in cui il cambiamento climatico si è manifestato chiaramente come una seria minaccia per l'umanità, non solo a lungo termine, ma nel qui e ora" e rileva che "gli impatti climatici colpiscono il mondo con una nuova ferocia". L'Agenzia per l'ambiente ricorda che sempre quest'anno il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (Ipcc) ha avvertito che esiste una maggiore possibilità di un aumento della temperatura globale superiore a 1,5 gradi centigradi entro i prossimi due decenni. Gli attuali contributi determinati a livello nazionale (Ndc), cioè gli impegni di ciascuno Stato, come previsti dall'accordo di Parigi puntano al momento verso un riscaldamento globale di 2,7 gradi centigradi entro la fine del secolo. Quindi, "anche se il mondo cerca di intensificare gli sforzi per ridurre le emissioni di gas serra - sforzi che non sono ancora neanche lontanamente abbastanza forti - la crescita degli impatti climatici sta superando di gran lunga il nostro sforzo per adattarvisi" avverte l'Agenzia per l'Ambiente dell'Onu. L'adattamento, spiega l'Unep, "può ridurre efficacemente i rischi climatici, che accelerano con l'aumento della temperatura". Gli esperti osservano che "sebbene una forte mitigazione sia la via verso impatti più bassi e costi più a lungo termine, aumentare l'ambizione nell'adattamento, in particolare per quanto riguarda il finanziamento e l'attuazione, è fondamentale per evitare che i divari esistenti si allarghino".