(ANSA) - ROMA, 18 NOV - Non è stata l'India a imporre il
termine "riduzione" (phase down) per le centrali a carbone e i
sussidi alle fonti fossili nel documento finale della Cop26 di
Glasgow, facendo saltare la "eliminazione" (phase out) prevista
nelle prime bozze. Il termine più blando "riduzione" è stato
introdotto dopo un negoziato fra Usa, Cina, India, Ue e la
presidenza britannica, perché era quello già usato nell'accordo
di alcuni giorni prima fra Cina e Stati Uniti sull'azione
climatica. Lo sostengono alcuni negoziatori della delegazione
indiana a Glasgow, sentiti dal quotidiano indiano Hindustan
Times.
Secondo la loro ricostruzione, il termine phase out
(eliminare) riferito alle centrali a carbone e ai sussidi alle
fonti fossili, era stato raccomandato dai piccoli stati
insulari, raccolti nella coalizione Aosis. Gli indiani non erano
d'accordo col "phase out" dei sussidi alle fonti fossili: nel
loro paese queste sono a favore soprattutto della popolazione
più povera, e New Delhi voleva salvaguardare questa forma di
sostegno sociale.
Ma il passaggio da "eliminare" a "ridurre", per i negoziatori
indiani "è maturato a seguito di discussioni fra il presidente
britannico Alok Sharma, gli Stati Uniti (con l'inviato per clima
John Kerry), la Cina (con l'inviato per il clima Xie Zhenhua),
l'India (col ministro dell'Ambiente Bhupender Yadav) e la Ue
(col vicepresidente della commissione Frans Timmermans). La
presidenza poi ha chiesto al ministro indiano di leggere il
testo di compromesso. Ma Yadav ha detto chiaramente nel suo
intervento che quella non era la posizione dell'India soltanto,
ma era concordata con la presidenza e gli altri soggetti
interessati". (ANSA).