(ANSA) - ROMA, 12 NOV - La direttrice esecutiva di Greenpeace
International, Jennifer Morgan, commentando la nuova bozza
dell'accordo finale della Cop26 pubblicata dalla presidenza
britannica questa mattina, dichiara: "Potrebbe e dovrebbe essere
migliore, abbiamo un ultimo giorno per rendere il testo di
chiusura della Cop26 molto, molto migliore di com'è. Nel nuovo
testo c'è ancora lo zampino delle lobby dei combustibili fossili
e questo non è l'accordo ambizioso che la gente si aspetta da
Glasgow".
Secondo Morgan, "la parte chiave del testo, sull'abbandono
del carbone e lo stop ai sussidi per i combustibili fossili è
stata gravemente indebolita, ma è ancora presente e deve essere
rafforzata prima che si chiuda il summit. Questa è una battaglia
cruciale che non possiamo perdere. Nel frattempo siamo passati
dall''esortare' i governi a rafforzare i loro obiettivi
climatici per il 2030 in linea con quello di limitare il
riscaldamento del pianeta entro 1,5 gradi centigradi, al
semplice 'richiedere' che lo facciano entro il 2022. Se già
prima il testo non era abbastanza forte, ora è ancora più debole
e va cambiato", continua Morgan.
La presidenza britannica, prosegue, "deve fare tutto il
possibile per mantenere gli elementi più ambiziosi nell'accordo.
Se prima le nazioni più ricche ignoravano ampiamente le
richieste dei Paesi più poveri di ricevere sostegni finanziari
per affrontare la crisi climatica, adesso iniziano a riconoscere
che queste richieste devono essere soddisfatte. Ma non è
abbastanza, i Paesi più ricchi devono aumentare le loro offerte
di supporto e finanziamento", rileva Morgan secondo cui "i
negoziatori a Glasgow devono cogliere questa storica occasione,
ma per farlo devono isolare i governi che sono venuti qui a
ostacolare l'accordo e devono invece ascoltare le richieste dei
giovani e delle nazioni più vulnerabili".
Oggi, conclude "è un giorno cruciale nella lotta per
difendere l'obiettivo di limitare il riscaldamento del pianeta
entro 1,5 gradi dagli interessi di chi farà di tutto per eludere
le proprie responsabilità nella crisi climatica. Qualsiasi passo
indietro rispetto a questo obiettivo mette in pericolo l'essenza
stessa dell'Accordo di Parigi", conclude Morgan. (ANSA).